Tema “caldissimo” questo venerdì a Terre del futuro: IMMIGRAZIONE e SPERANZA. A parlarne sarà Nicola Mai, antropologo e documentarista, docente universitario a Londra. Uno dei cervelli eccellenti che per trovare spazio ha dovuto lasciare l’Italia.
L’incontro si terrà presso il cinema – teatro Astra di Misano Adriatico con inizio alle ore 21.00.
Nel dirigere la vista verso l’avvenire non si può peraltro non scorgere la speranza che spesso sostiene lo sguardo. Quella fiduciosa attesa di un futuro migliore che, assumendo a riferimento un campo di indagine attualissimo, è possibile rinvenire negli occhi dei migranti. Su di essa si soffermerà, nell’incontro dedicato a Immigrazione e speranza (venerdì 17 novembre), Nicola Mai, professore di sociologia presso l’Università di Kingston a Londra. I nostri schermi sono saturati quotidianamente di immagini che ci parlano della sofferenza dei migranti, vittime di tratta, naufraghi, moderni schiavi. Questo immaginario di disperazione e vittimizzazione contrasta fortemente con la determinazione e la speranza che animano la mobilità di tanti uomini e donne. Analizzando le loro traiettorie esistenziali proprio attraverso la metafora della speranza, Mai proporrà nuovi paradigmi interpretativi dei fenomeni migratori che stanno attualmente interessando l’Italia ed il resto dell’Europa.
Nicola Mai
Sociologo, etnologo e documentarista, Nicola Mai lavora come Professore di Sociologia presso l’ Università di Kingston (Londra), nel Regno Unito. I sui saggi e film analizzano le esperienze e rappresentazioni dei migranti che lavorano nell’industria del sesso. Attraverso documentari sperimentali e progetti di ricerca originali il suo lavoro sfida il modo in cui la relazione fra migrazione e prostituzione é compresa e rappresentata dalle istituzioni e dalle organizzazioni umanitarie prevalentemente in termini di tratta alla luce della complessità delle esperienze di sfruttamento e realizzazione dei migranti. Da Ottobre 2016, Nicola Mai dirige un progetto di ricerca (SEXHUM) finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC), che analizzerà per 4 anni l’impatto delle politiche ed interventi anti-tratta in Australia, Francia, Nuova Zelanda e negli Stati Uniti.