“Bisogna andarci piano con Dioniso perché è il dio più antico e pericoloso, la mirabile sintesi greca di una divinità primordiale che tutte le civiltà occidentali hanno frequentato”, queste le parole d’esordio di un ispirato Carlo Sini che ha aperto la stagione di Ritratti d’autore 2019 in per un pubblico numerosissimo. Qual è il messaggio tremendo delle “Baccanti” di Euripide, finemente ripreso dalla pellicola “Teorema” di Pier Paolo Pasolini, e perché ci riguarda? Per il filosofo, Dioniso è la natura nel suo lato titanico, animale, il dio del miele che è anche toro, colui che presiede ai suoni notturni che diventeranno voce umana, è la forza vitale su cui si fonda la civiltà ma che necessita di un freno che garantisca l’equilibrio. Qui entra in scena il fratello speculare, l’algido Apollo, colui che traduce in civiltà la vita fremente, che ne fa racconto, che trasfigura l’orgia di natura in visione. Non a caso in “Teorema” l’unico personaggio che trova una dimensione felice è l’adolescente che abbraccia la via dell’arte. Dioniso è l’uomo nella sua tremenda doppiezza di innocenza e crudeltà, sempre sull’orlo dell’abisso, sempre bisognoso di temperare la titanica volontà di sbranare per vivere nel consesso civile.