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Misano: concluso il ciclo di “J’accuse”. Grande pubblico per Ivano Dionigi

Non poteva esserci chiusura migliore per J’accuse,  la rassegna filosofica promossa dalla Biblioteca di Misano. Davanti ad un teatro Astra strapieno in ogni ordine di posti, Ivano Dionigi ha lanciato il proprio un atto di accusa contro la paura e l’ignoranza, affermando che la prima difesa della democrazia è la difesa dell’intelligenza. Lungo tutta la lezione, l’imperativo “Osa sapere” ha provocato,  ha sfidato  a fare della grande cultura un’arma di difesa (non un oggetto da conservare) dalle mentalità degradanti figlie di questo tempo. Durante l’intensa lezione è risuonata la voce dei classici, e non solo perché la classicità è l’ambito di ricerca in cui Ivano Dionigi ha speso la sua vita. Dalla voce di Dionigi, non giungono solo citazioni colte e parole di filosofi, ma un monito per il presente in cui nuovi scenari sociali, scientifici e tecnologici mettono in discussione le nostre identità consolidate e rassicuranti: l’identità culturale, incalzata dall’avvento di culture altre; l’identità professionale, scalzata da una tecnologia sempre più autonoma; l’identità personale, minacciata fino a mettere in discussione la stessa parola uomo così come l’abbiamo pronunciata e intesa per millenni. Come capire e renderci amico questo presente così carico di complessità e incognite? Oggi, in un’era in cui tutto è globale, condiviso e disponibile in modo indiscriminato, l’uomo perde se stesso, e mentre da un lato si fa forte della tecnologia per instaurare relazioni con il mondo virtuale, dall’altro innalza muri contro le persone fisiche. E’ Il paradosso della società postmoderna, l’isolamento collettivo dietro a uno schermo. “Osa sapere” allora è un invito a uscire dall’ignoranza, a chiederci chi siamo, qual è la direzione che abbiamo intrapreso e, soprattutto, che futuro vogliamo costruire. Dionigi chiude con messaggio ai tanti giovani presenti giovani: “Voi fate l’unità, la bellezza e la speranza del paese benedettamente ricco di talenti e maledettamente incurante di essi. Questo i miei occhi hanno visto incontrando migliaia e migliaia di vostri coetanei dal profondo Sud al profondo Nord. Siate consapevoli della vostra grazia e della vostra forza, perché il tempo vi è amico. Siate insoddisfatti, siate esigenti, siate rigorosi, vorrei dire perfetti. Osare sapere. Impegnatevi in politica. Fatelo con passione, orgoglio, non solo per affermare voi stessi, ma fatelo anche per una sorta di pietas verso di noi che non ce l’abbiamo fatta a lasciarvi un mondo migliore”.

Durante i nove incontri, una media di 500 persone, in buona parte giovani, con picchi di 1000 per Galimberti e Cacciari, hanno seguito in religioso silenzio le lezioni di questi maestri del pensiero. C’è evidentemente un bisogno di conoscenza, cultura, strumenti importanti per cercare di comprendere il disorientamento che caratterizza il nostro tempo.  Molto autorevoli studiosi parlano di svolta antropologica in atto, si cercano nuove bussole, nuovi orizzonti. Le lezioni misanesi, non a caso promosse da una biblioteca,  forse danno un piccolo contributo a questa inquieta ricerca.

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