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Minaccia la ex su Facebook mostrando una pistola, ventenne finisce in carcere

Una persecuzione durata mesi che alla fine è costata il carcere a P.I., pescatore albanese di 20 anni. L’uomo era arrivato a minacciare la ex compagna, A.D. di 26 anni originaria del tarantino ma residente a Bellaria, durante una videochat su Facebook, estraendo una pistola e mostrandosi mentre la caricava coi proiettili.

Dalla relazione fra i due nel gennaio scorso era nata una bambina. Ma ai primi di maggio la donna, per vari motivi, aveva deciso di interrompere la relazione. Una scelta che il compagno pareva aver accettato, ma non era così. Di lì a poco il giovane, che lavora a Cesenatico, aveva iniziato a tempestarla di messaggi, telefonate e contatti sui social, tutti zeppi di minacce, anche di morte. Fino alla videochat in cui era comparsa l’arma,  mostrando come la stava caricando. Lo stalker prometteva di usare la pistola non solo contro di lei, ma anche tutti coloro che avessero osato avvicinarla.

Non solo. Erano iniziati anche veri e propri agguati, con il ventenne che compariva ormai tutti i giorni di fronte al bar dove lavora la donna, restando immobile a fissarla minacciosamente ma anche esibendosi in gesti inequivocabili con le mani, a voler dire “ti strangolo”, “ti spezzo”.

Nel corso di questi episodi ci era andato di mezzo anche il padre della vittima un semplice avventore del bar. Scambiato dal persecutore per il nuovo compagno della donna, anche lui veniva pesantemente minacciato di morte, mentre il pescatore per l’occasione si era fatto accompagnare anche da un amico. E anche il padre che tentava di difendere la figlia aveva ricevuto la sua dose di insulti e minacce di morte. Il ventenne pretendeva di vedere la figlia, altrimenti avrebbe ucciso tutti quanti.

Ma la giovane madre, invece di farsi “spezzare”, si era rivolta ai Carabinieri della stazione di Bellaria – Igea Marina. Gli uomini del luogotenente Amato avevano perquisito l’abitazione dell’uomo e trovato l’arma dietro un armadio: una pistola a salve replica esatta della Beretta 92, ma modificata rimuovendo il tappo rosso e soprattutto in modo da poter sparare proiettili veri; nel caricatore ne conteneva 7.

Il 6 luglio lo stalker era finito agli arresti domiciliari gli era stato vietato qualsiasi contatto con la ex compagna. E pareva aver capito l’antifona, rigando dritto e rispettando gli obblighi, tanto che la stessa donna aveva chiesto di poter ritirare la querela. Gli arresti erano stati in seguito revocati, anche se permanevano le prescrizioni di non comunicare né avvicinarsi alla vittima e nemmeno di metter piede nella provincia di Rimini. Inoltre il ragazzo avrebbe dovuto seguire un percorso “terapeutico psicologico”.

Tutto a posto? Niente affatto. Il 6 novembre scorso, tutto daccapo. Di nuovo appostamenti minacciosi sotto casa, di nuovo sguardi fissi e significativi.

Alla donna e ai suoi famigliari non è restato che rivolgersi nuovamente all’Arma, che chiedeva al magistrato un ulteriore inasprimento della pena. Richiesta accolta e i eri i Carabinieri di Bellaria hanno eseguito nei confronti del persecutore l’ordinanza cautelare della custodia in carcere.

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