Minacce, insulti, e continui squilli al campanello di casa: il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Gioenzo Renzi, è stato preso di mira per diversi giorni da un cittadino maghrebino, molto probabilmente imbufalito con il consigliere per le sue posizioni politiche, in particolare quella riguardante la moschea di Borgo Marina. Il nordafricano ha intimato il citofono più volte il consigliere per le sue scelte politiche, insultato sua moglie, e nella notte tra sabato 2 e domenica 3, ha scagliato contro il portone dell’abitazione un pezzo di cordolo di una rotatoria. Il tutto, da sommare ai numerosi squilli al campanello di casa, di notte e di giorno.
Nella notte tra lunedì e martedì, tornato in stazione, il figlio lo ha bloccato, e ha chiamato i carabinieri, che sono immediatamente accorsi sul posto. L’autore si questi giorni di paura per la famiglia Renzi è un morocchino di 38 anni. Accusato di minacce e danneggiamenti, è stato processato questa mattina, martedì 5 dicembre, con rito direttissimo, e condannato a un anno e mezzo di reclusione, con pena sospesa. Inoltre, il giudice, ha stabilito per lui il divieto di dimora a Rimini.
“Voglio esprimere la solidarietà dell’amministrazione comunale, e la mia personale, nei confronti di Gioenzo Renzi, consigliere comunale la cui abitazione nei giorni scorsi è stata oggetto di ripetuti atti vandalici. – ha commentato il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi – Non c’è alcuna giustificazione, di nessun tipo, verso questi atti che vanno condannati senza se e senza ma. Piena vicinanza del comune di Rimini, dunque, verso Gioenzo Renzi e la sua famiglia”.
AncheCarlo Rufo Spina, Presidente Gruppo Consiliare Forza Italia Carlo, esprime la sua massima solidarietà al consigliere “vittima della barbara furia di un aggressore nordafricano, fortunatamente identificato, arrestato e prontamente condannato, con comminazione del divieto di dimora a Rimini.” E aggiunge: “Manifestiamo disappunto e preoccupazione per la presenza sul territorio riminese di soggetti stranieri intolleranti, violenti e criminali che dopo più di vent’anni di permanenza in Italia non hanno ancora appreso le regole del vivere civile, preferendo le pratiche tribali dell’intimidazione. Auspichiamo pertanto che le Forze dell’ordine, a cui va tutto il nostro ringraziamento, prestino sempre la massima attenzione alla repressione di questi fenomeni che rischiano di diventare “normali” e “quotidiani”, con i relativi problemi di omertà. Noi diciamo no a tutta questa degenerazione e ci auguriamo che tutto il mondo politico riminese si associ a questo auspicio, in primis il Sindaco e il Vice Sindaco, incredibilmente tirati in causa dal nordafricano, i quali – immaginiamo – desidereranno quanto prima prendere le distanze, oltre che dalla condotta crimonosa, anche dalla persona in questione.”