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Millepiedi risponde alla Cgil: “Accordo non prevede anticipazione stipendio”

La Cooperativa Il Millepiedi risponde a quelle che ritiene “infamanti accuse della CGIL”, che nella giornata di ieri ha rivelato che gli accordi tra loro siano durati solo quattro giorni.

“Il Millepiedi è una cooperativa sociale che da oltre trenta anni, risponde alle situazioni di bisogno, emarginazione, disagio e svantaggio sociale attraverso la progettazione, gestione ed erogazione di attività e servizi socio educativi, socio assistenziali rivolti ai minori alle famiglie ai giovani e alle persone con bisogni speciali – spiegano -. La serietà e soprattutto la fiducia sono capisaldi irrinunciabili nel rispetto dei bisogni del territorio, al servizio dei quali sono quotidianamente dedicate le persone che lavorano e vivono la nostra cooperativa”.

“E’ quindi doloroso quanto incomprensibile l’attacco frontale subito dall’associazione firmataria del “comunicato” teso unicamente a ledere la credibilità di Millepiedi. La rappresentazioni dei fatti è stata completamente distorta ed è smentita dagli atti oltre che dai provvedimenti normativi adottati per far fronte all’emergenza. Corre pertanto l’obbligo di fare chiarezza: come chiarito dall’INPS con la circolare n. 47/2020, l’accordo sindacale NON COSTITUISCE UNA CONDIZIONE DI AMMISSIBILITA’ DELLA DOMANDA DELLA PRESTAZIONE DI AMMORTIZZATORE SOCIALE”.

Ciò posto il Millepiedi avrebbe potuto legittimamente limitarsi all’informativa. Le ragioni che hanno determinato il Millepiedi al perseguimento dell’accordo con le rappresentanze sindacali risiede nella convinzione che sia necessario coltivare il dialogo, il confronto e la collaborazione fra “datore di lavoro e associazioni sindacali” per il comune interesse, ovvero la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori”.

“E’ necessario chiarire che l’accordo sottoscritto con le rappresentanze sindacali non prevede l’impegno di Millepiedi all’anticipazione dello stipendio, contemplando lo stesso, la facoltà di Millepiedi di chiedere il pagamento diretto per indisponibilità economica, che nel caso di specie è oggettiva e DOCUMENTATA dall’omesso pagamento dei compensi contrattualmente previsti per le attività della cooperativa che, come ben noto, sono sospese per effetto del D.L. n. 6/2020 dal 23 febbraio”.

“Il pagamento diretto da parte dell’Inps non rappresenta una scelta, bensì l’unica soluzione percorribile, al fine di consentire ai lavoratori e alle lavoratrici di ricevere lo stipendio che Millepiedi non è in grado di anticipare loro e soprattutto di garantire la sopravvivenza della cooperativa stessa e quindi il posto di lavoro di quasi 500 persone. Sgomenta il fatto che a sollevare contestazioni sia stata la disponibilità rappresentata da Il Millepiedi di accogliere le esigenze specifiche dei propri lavoratori, anticipando – a coloro che ne avessero avuto necessità – parte del TFR. La scelta non era “discrezionale” ovvero, come sottaceva l’allusione, discriminatoria, ma semplicemente subordinata alla disponibilità finanziaria del momento che non consente l’anticipazione di quasi 400 dipendenti in FIS ma permette alla cooperativa di andare incontro alle esigenze di coloro che ne avessero avuto necessità, se in numero contenuto”.

“Si chiarisce infine, come dovrebbe essere ben noto all’autore del comunicato, che il FIS con causale COVID, è stato regolamentato dall’art. 19 del Dl 17/03/2020 n. 18 attraverso l’adozione di norme speciali di integrazione salariale che prevedono espressamente che gli oneri finanziari relativi alla predetta erogazione sono a carico del bilancio dello Stato e trasferiti ai rispettivi Fondi, quindi non vengono utilizzate le risorse a cui contribuiscono le lavoratrici e i lavoratori con i prelievi mensili”.

“Se pur amareggiati e increduli su quanto dichiarato dalla rappresentanza sindacale CGIL, confidiamo e crediamo che se la domanda “quanto ci si può fidare degli impegni sottoscritti dal Millepiedi” venisse posta ai dipendenti, ai collaboratori, ai committenti e alle famiglie con cui collaboriamo, la risposta sarebbe completamente diversa da quella faziosamente resa dall’autore del comunicato. La fiducia per chi vive del sociale, come il Millepiedi, è tutto. Sarà cura di Millepiedi perseguire nelle opportune sedi la condotta gravemente diffamatoria dell’associazione sindacale”, conclude la Cooperativa.

Sul caso interviene anche Confcooperative Ravenna-Rimini con un duro comunicato: “Quanto ci si può fidare della Cgil di Rimini?”, chiede l’associazione, sottolineando “con rammarico come prima di inviare accuse gravi alla stampa, con riferimenti non corrispondenti al vero, avrebbe potuto proporre un momento di confronto con tutti i firmatari degli accordi in questione. Confcooperative Ravenna-Rimini avrebbe sicuramente partecipato all’incontro e fatto emergere la piena correttezza delle azioni intraprese dalla cooperativa Il Millepiedi. In questo momento, più che mai, c’è bisogno di dialogo e non di accuse che rischiano solo di inasprire un momento già molto delicato”.

“L’accordo stipulato tra i sindacati, la cooperativa Il Millepiedi e Confcooperative Ravenna-Rimini, in data 6 aprile, di natura non obbligatoria, prevedeva che il fondo di integrazione salariale (Fis) potesse essere anticipato dalla cooperativa ai propri lavoratori se ci fossero state le condizioni finanziare per farlo. Cosa che è avvenuta per il mese di febbraio, un dettaglio forse trascurato dalla Cgil. Con il perdurare della chiusura di tutte le attività e delle prestazioni svolte dalla cooperativa sociale (che opera in campo educativo) la disponibilità finanziaria dell’impresa è venuta ovviamente meno, rendendo impossibile anticipare il Fis ai propri lavoratori (si parla di una compagine di circa 380 soci e lavoratori). La cooperativa ha quindi optato, secondo quanto previsto dall’accordo, per il pagamento diretto da parte dell’Inps. Una scelta, resa nota in sede di accordo a tutti i firmatari e dettata dal bisogno di salvaguardare la tenuta economica dell’impresa e l’occupazione in modo da poter essere in grado di ripartire quando se ne presenteranno le condizioni. Confcooperative chiarisce inoltre – rispetto a quanto affermato dal sindacato – che al Fis contribuiscono sì datori di lavoro e lavoratori, ma in questo specifico caso, con la causale COVID prevista dal D.L. 18 (Cura Italia) utilizzata nell’accordo, si attinge a risorse dello Stato”.

“Altro aspetto trascurato dalla Cgil è che Il Millepiedi si è resa disponibile verso i propri lavoratori all’anticipo del Tfr. La cooperativa, come molte altre associate a Confcooperative, sta mettendo in atto uno sforzo di eccezionale portata per affrontare la ri-progettazione dei servizi e salvaguardare il futuro dei propri soci e dei propri lavoratori (e tutti ne sono informati e ben consapevoli) oltre che delle famiglie che da tanti anni si affidano ai suoi servizi di welfare”, è la conclusione.

 

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