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Milleluci, fare jazz a Rimini sognando un festival

Ci sono sonorità che da qualche anno si stanno facendo strada nei locali riminesi del centro e sono quelle del jazz. Tra le realtà che ultimamente hanno prestato attenzione a questo genere spicca il Circolo Milleluci (via Isotta degli Atti, 8), che dal 2012 organizza una vera e propria rassegna da ottobre a maggio di ogni anno, diretta artisticamente da Luca Magnoni. Da un po’ di tempo inoltre sono stati coinvolti Alessandro Bolsieri ed Enrico Ro di Rimini Jazz Session, altra neonata dimensione, allo scopo di creare una rete tra musicisti e locali in ambito cittadino.

La kermesse, che si inserisce tra le altre proposte del programma del locale, sta riscuotendo sempre più partecipazione di pubblico e la qualità della musica è destinata ad aumentare in maniera proporzionale. Ne è un esempio il concerto di mercoledì 1 marzo quando il Milleluci Jazz Club (ore 21.30) avrà l’onore di ospitare sul suo palco Lee Pearson, batterista che sta collaborando con i più rinomati nomi del panorama musicale contemporaneo. Nel pomeriggio dello stesso giorno Pearson terrà una clinic di batteria in via Cairoli 43 a Rimini (dalle 14 alle 16.00,
info: https://www.facebook.com/events/369941233377659/).

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Lee Pearson

Dalle musiche di Broadway al jazz, dall’hip hop all’r&b, l’artista sta costantemente affinando il suo stile con un approccio unico alla batteria pur mantenendo il classico vocabolario del mondo delle percussioni. Il suo stile percussivo e singolare lo ha portato sul palco con alcuni dei più grandi nomi del jazz e dell’hip hop e ha collaborato con Chris Botti, Sting, Spyro Gyra, Mike Stern, Erykah Badu solo per citarne alcuni. Quella sera sarà accompagnato da Marcello Sutera al basso e Alessandro Altarocca al piano, due musicisti del nostro territorio che vantano collaborazioni importanti. Non mancheranno poi special guest a sorpresa.

Alessandro Altarocca

Alessandro Altarocca

Com’è stato il percorso del Milleluci in questi anni? «Siamo partiti realizzando delle jam session un venerdì al mese poi nel tempo gli appuntamenti sono aumentati fino ad arrivare alla cadenza settimanale – racconta Luca Magnoni. Da subito c’è stata partecipazione e attenzione da parte del pubblico e i musicisti erano quelli della zona. Via via il raggio si è allargato e ora possiamo contare su un centinaio di chilometri per provenienza di spettatori e di artisti coinvolti. Sin dall’inizio musicisti professionisti del territorio quali Simone La Maida, Roberto Monti, Stefano Travaglini, Roberto Rossi, Sara Jane Ghiotti (per fare alcuni nomi) hanno preso parte alle serate con entusiasmo. Tra quelli provenienti da fuori invece mi piace ricordare Flavio Boltro, Bebo Ferra, Alessandro Scala, Emilio Marinelli, Francesco Giustini».

Come scegliete gli artisti da invitare? «Al momento la nostra rassegna si autosostiene e quindi non è sempre semplice coinvolgere musicisti singoli o band (anzi ringrazio tutti i musicisti per la disponibilità dimostrata), ma il nostro pubblico fedele e attento ci sta facendo conoscere nel settore e anche professionisti importanti sono felici di ritrovarsi in un circolo dove si respira un’atmosfera particolare. Nel jazz inoltre è facile creare band e soluzioni nuove date dal momento: questo non solo permette più flessibilità, ma anche nuovi stimoli e contaminazioni. Per la scelta mi oriento guardando anche le altre rassegne e le realtà dell’Emilia-Romagna».

Con questa rassegna avete riportato la musica jazz per le vie del centrodi Rimini; com’era qualche anno fa? «Sicuramente c’è stato un momento più florido negli anni ’80, ma per ragioni anagrafiche non posso saperne più di tanto se non dai racconti che ho sentito. Credo in ogni caso che quello sia stato un momento felice per ogni tipo di musica e band che volesse suonare dal vivo».

Invece Rimini Jazz Session com’è nata? «Siamo partiti un po’ per caso con la voglia di suonare e abbiamo proposto anche noi delle jam session all’enoteca Quattrocento – spiega Alessandro Bolsieri -. Grazie all’entusiasmo del gestore Gianluca Sciacca abbiamo poi creato un appuntamento fisso. Il nostro desiderio sarebbe creare una rete di locali per avere buona musica ogni sera: il sabato si va al Milleluci, la domenica al Quattrocento, il giovedì Sara Jane Ghiotti sta organizzando concerti per il Guenda e così via. Abbiamo deciso di ideare questo nome con un logo preciso (ideato da Valentina Ciandreamy) per includere una serie di eventi collegati».

Vi piacerebbe quindi arrivare a creare anche un festival? «Assolutamente sì. Il sogno è trovare la formula giuridica migliore per costituirci e continuare a creare momenti jazz di qualità. Vogliamo fare capire a tutti che questo genere non è semplice musica da sottofondo, come talvolta viene percepito, ma nemmeno qualcosa di elitario. Il pubblico che ci segue viene nel locale per ascoltare il concerto e non semplicemente per prendere qualcosa da bere mentre suoniamo e questo è molto importante», conclude Enrico Ro.

Per il concerto del 1 marzo l’ingresso è riservato ai Soci AICS (contributo associativo 15 euro). Info e prenotazioni: 339 3394844.

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Irene Gulminelli irene.gulminelli@delficomunicazione.it

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