E’ stato pubblicato nei giorni scorsi ICity Rate 2018, il rapporto annuale realizzato da FPA (Forum della Pubblica Amministrazione) per fotografare la situazione delle città italiane nel percorso per diventare “smart”, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili. FPA ha individuato e analizzato 15 dimensioni urbane che in ambito nazionale e internazionale definiscono traguardi per le città (occupazione, ricerca e innovazione, solidità economica, trasformazione digitale, energia, partecipazione civile, inclusione sociale, istruzione, attrattività turistico-culturale, rifiuti, sicurezza e legalità, mobilità sostenibile, verde urbano, suolo e territorio, acqua e aria).
Le dimensioni tengono insieme 107 indicatori che, aggregati nell’indice finale ICity index, consentono di stilare la classifica finale tra 107 comuni capoluogo. Poiché è impossibile progettare e governare delle Smart City senza tener conto degli obiettivi di sostenibilità introdotti dall’Agenda 2030 dell’ONU, FPA li considera nella sua analisi fin dalla scorsa edizione.
Milano si conferma la città italiana più avanzata e che cerca di utilizzare in modo più esteso gli strumenti dell’intelligenza urbana per promuovere e gestire lo sviluppo in forme sostenibili. La seguono Firenze e Bologna, che si distaccano da tutte le altre realtà urbane assumendo sempre più la valenza di modelli di riferimento.
Le tre città guidano anche le classifiche degli emblematici ambiti trasformazione digitale e del lavoro mentre manifestano criticità nella gestione delle risorse dell’ambito acqua e aria.
Ora vediamo la classifica generale e dove si colloca Rimini
Rimini si colloca al 30 posto perdendo 5 posizioni rispetto al 2017
Ma ora vediamo gli altri indicatori come sono stati analizzati da FPA e che hanno detrminato la classifica generale
Ora vediamo la classifica riferita a Rimini per singolo indicatore e la posizione registrata nel 2017
Rimini in nessuno dei 15 indicatori riesce ad entrare nella top ten. Si colloca tra l’11° e 20° posto per Suolo e Territorio (Consumo di suolo, mitigazione dei rischi), partecipazione civica (associazionismo culturale e sociale) e trasformazione digitale. Gli indicatori peggiori, ma comunque nella parte centrale della classifica, riguardano verde urbano, sicurezza e legalità ed ultimo gestione rifiuti.