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Michele Abbondanza, videomaker nell’era del web

Aggiornarsi sempre e comunque. Specialmente in un’era 2.0 come la nostra in cui, ogni secondo, abbiamo a che fare con lavori e mestieri che, solo pochi anni fa, sembravano pura fantascienza. Siamo una società che cambia e si trasforma alla velocità della luce e noi dobbiamo stare al passo se non vogliamo rimanere alla finestra. Per questo, dobbiamo metterci in gioco e affrontare le sfide che la vita ci mette davanti con grande entusiasmo, curiosita e determinazione, proprio come ha fatto e sta facendo, anche adesso, Michele Abbondanza, 33 anni, da Rimini.

Michele è un giovane video maker, video editor, attore e regista di grande talento, molto conosciuto e apprezzato non solo nella sua città, ma anche e soprattutto fuori. E’ difficile inquadrare un personaggio così poliedrico, ma la sua capacità di mettersi alla prova in diversi ambiti, ci fa capire, una volta in più, come dobbiamo muoverci in questa nuova realtà. Michele è fondatore, tra le altre cose, di Caimani Videolab, una start up costruita da giovani riminesi che vuole raccontare il territorio con un linguaggio che molti conoscono ma sanno masticare poco: quello del web.

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Come possiamo definire Michele Abbondanza?

«Bella domanda, me lo sono sempre chiesto anche io. Solitamente diffido di chi si definisce artista, quindi andiamo per esclusione. Potrei risponderle attore e video maker, come c’è scritto sul mio curriculum, ma sarebbe riduttivo perché, al di là delle etichette nel mercato del lavoro, resto una persona molto curiosa e amo sperimentare su più fronti».

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Perché oggi è così importante darsi da fare su più fronti e non fossilizzarsi solo su una cosa.?

«Il mondo va avanti sempre più veloce, chi resta indietro è finito. Bisogna restare continuamente aggiornati. Non credo però sia soltanto una caratteristica di quest’epoca, amplificata dai nuovi media, ma un tratto innato del mio carattere. Probabilmente sarei stato così inquieto anche se fossi cresciuto nell’era dell’analogico. Non mi considero tuttologo, credo sia un limite, ma poliedrico sì».

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Adesso, ad esempio, su cosa sta lavorando?

«Tanti progetti! A cominciare da quello con Caimani Videolab, che sto portando avanti assieme ai colleghi Simone Bertozzi e Mario Olivieri. E’ una start up ambiziosa. Vogliamo raccontare le aziende del territorio con un linguaggio nuovo, ironico, dissacrante, quello del web. Lo storytelling applicato al concetto di branding, il video come strumento di marketing e non solo puro intrattenimento. Ogni giorno proviamo a sperimentare tecniche e modelli di narrazione innovativa. Per quanto riguarda l’aspetto recitativo a breve dovrebbe uscire ‘3u – La notte dell’uomo’, una web serie, una sorta di thriller psicologico, che mi vede tra i quattro protagonisti. Inoltre c’è un altro ambizioso progetto cinematografico – ma non voglio dire niente per scaramanzia – che mi vedrà dietro la macchina da presa».

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Esistono molti giovani, anche nella nostra provincia, che si lanciano sul web o girano video senza sapere bene quello che stanno facendo? Oltre a conoscere il mezzo, cosa occorre per arrivare alla gente?

«Vede, il web è una risorsa, un’opportunità straordinaria per tanti giovani. Ma non ti regala nulla, va avanti solo chi ha talento, chi ha qualcosa in più da dire. Per fare un video di buona qualità oggi basta una Reflex, in alcuni casi addirittura uno smartphone, e attraverso i social media hai un rapporto diretto con un pubblico virtualmente infinito. Però non basta. Bisogna studiare, avere conoscenze tecniche e tecnologiche sempre più approfondite, dalla regia alla fotografia, dal montaggio a tutto l’universo della post produzione. E avere qualcosa da dire, naturalmente. Io, per quanto riguarda il video making, mi sono fatto da solo. Ma nasco come attore e so cosa vuol dire stare davanti a una macchina da presa, questo mi ha aiutato molto».

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A proposito, lei dove si è formato? Che tipo di percorso di studi ha intrapreso?

«Ho studiato doppiaggio, recitazione, dizione e canto alla Voice Art Academy di Roma con sede a Pesaro, con Nino D’Agata e Rita Giancola. Poi decine di corsi e laboratori, tra i quali quello di Fabrizio Raggi con cui ho approfondito il metodo Strasberg applicato alla recitazione cinematografica. Insomma, ho iniziato davanti alla macchina da presa: teatro, cortometraggi, fiction, pubblicità. Successivamente sono passato dietro, imparando da autodidatta regia e montaggio. Se vuoi fare l’attore devi trasferirti a Roma, ma io amo troppo la mia terra e per adesso ho preso un’altra strada, ugualmente ambiziosa e stimolante».

E’ soddisfatto di tutto quello che ha creato in questo momento o c’è ancora qualcosa che vorrebbe mettere in piedi? Ha qualche sogno nel cassetto da realizzare?

«Sono agli esordi, la strada è lunga e preferisco guardare avanti. Studio ogni giorno, mi ingegno, sperimento, leggo e m’informo per non rimanere mai indietro. Provo a contaminarmi facendo network con tanti amici e colleghi. Con Caimani Videolab vogliamo fare qualcosa di nuovo, almeno per il nostro territorio. Ma non ho abbandonato l’idea di fare l’attore, quello resta un piccolo sogno che nessuno mi potrà mai portare via. Mi piacerebbe molto lavorare con uno come Edoardo Di Leo, nuovo interprete di una commedia intelligente e mai banale. Ma se mi chiamasse Verdone, beh, lo raggiungerei in bicicletta anche sulla luna».

Nicola Luccarelli

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