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Inquinamento a Rimini, ecco l’aria che tira negli ultimi dieci anni

In queste ore tutti i mezzi di informazione danno grande risalto alla qualità dell’aria nelle nostre città.

Vi è una forte preoccupazione per ciò che respiriamo. D’altra parte sono gli stessi dati forniti dalle agenzie regionali a dare un quadro non certo rassicurante.

Gli sforamenti maggiori di Pm10  si concentrano soprattutto nella pianura padana. Cioè  doverisiedono più di 23 milioni di persone, corrispondenti a circa il 40% della popolazione italiana, e che oltre il 50% del Pil nazionale viene da questo territorio dalla forte vocazione produttiva e dall’alta concentrazione di attività antropiche.

Non vi è da stupirsi se la maggior parte delle città più inquinate sono in Pianura Padana.

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Una situazione migliorata per alcune città, per quanto riguarda il numero degli sforamenti rispetto al 2015 ma sempre preoccupante.

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Per questa ragione,  il 19 dicembre 2013, per fare fronte alle criticità del bacino padano, è stato sottoscritto l’Accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualità dell’aria.
L’accordo contiene una serie di misure a breve, medio e lungo termine da attuare in modo omogeneo nell’intero bacino padano nei settori maggiormente responsabili delle emissioni inquinanti in atmosfera: a) combustione di biomasse b) trasporto merci c) trasporto passeggeri d) riscaldamento civile e) industria e produzione di energia f ) agricoltura.

Se guardiamo cosa è successo in Emilia Romagna, si nota che nel 2016 le concentrazioni di polveri in Emilia-Romagna sono state inferiori a quelle osservate nel 2015 e tra le più basse di tutta la serie storica (2006/2016), con sole otto stazioni su 43 ad avere superato il valore limite giornaliero di PM10 (50 μg/m3) per oltre 35 giorni (numero massimo definito dalla norma vigente).

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Fonte: Arpae Emilia Romagna

Numero di giornate in cui il PM10 è stato superiore al limite di legge (50 microgrammi per metro cubo), mediana dei dati da stazioni di fondo urbano periodo 2006-2016.

Il numero massimo di superamenti (51) è stato registrato nella stazione di Rimini/Flaminia, seguita da Fiorano Modenese/Mo (49). Sempre oltre i limiti, Piacenza/Giordani-Farnese (45 superamenti), Castellarano/Re e Reggio Emilia/Timavo (42), Modena/Giardini e Sassuolo/Mo (40), Ferrara/Isonzo (36).
Rimini risulta la peggiore in Regione anche se migliora rispetto all’anno passato.

Ma vediamo cosa è successo a Rimini negli ultimi 10 anni.

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Fonte: Arpae Emilia Romagna

Interessante grafico, che mette in relazione gli sforamenti negli anni con i giorni favorevoli per condizioni meteorologiche all’accumulo di Pm10 (assenza di vento, alta pressione, insistente periodo senza precipitazioni, eccetera).
Come si nota dal grafico, non sempre vi è una relazione stretta tra sforamenti di Pm10 e le condizioni meteo; in particolare, negli anni 2011, 2012 e 2013.

Interessante anche il grafico sulla media annuale di Pm10. Da notare che è stato rispettato, in tutte le stazioni, il valore limite annuale per la protezione della salute umana (40 µg/m3 ).

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Fonte: Arpae Emilia Romagna

Ma se valutiamo l’andamento degli ultimi 10 anni (riferito alla media annuale) si noterà che solo apparentemente vi è stata una diminuzione costante.

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Fonte: Arpae Emilia Romagna

Infatti se il 2006 è stato l’anno con la media annuale più alta (39) l’anno con la media più bassa è stato il 2014 (31), seguito dal 2009, 2010 e 2016 con 32 di media annua. Per altro il 2015 si colloca tra gli anni peggiori.

La situazione non cambia se prendiamo in considerazioni gli sforamenti giornalieri su base annua.

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Fonte: Arpae Emilia Romagna

Come si nota, l’anno con minori sforamenti è stato il 2009 ed il peggiore il 2012.

Evidente che questi dati consegnano una situazione complessa, che richiede l’azione di molteplici attori. . Rimini è in fondo alla pianura padana, con una situazione orografica tipica delle città di mare, dove incide una moltitudine di fattori ambientali.

Ognuno deve fare la propria parte, mettendo in campo tutti gli strumenti a disposizione senza scorciatoie o narrazioni consolatorie.

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