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Melucci: “Voterò SI. La riduzione dei parlamentari non compromette la rappresentanza”

Pochi giorni al voto sul referendum. Cresce il dibattito ed aumenta la mia convinzione di votare SI. Per una serie di motivi. Uno estetico. La maggioranza dei grandi quotidiani italiani sono per il NO. Anche quelli appena nati. Tutto legittimo ma mi viene da pensare male.

Poi di merito. Si riduce la rappresentanza politica, si rafforzano i poteri delle segreterie dei partiti, la casta sarà ancora più forte,  questi alcuni degli argomenti usati da chi sostiene il NO.

Purtroppo la rappresentanza democratica si è ridotta drasticamente in questi anni, senza nessuna riforma costituzionale.

Nei Comuni grandi, l’abolizione dei quartieri (all’insegna del ridurre i costi della politica) e della partecipazione ha impedito, annullato qualsiasi forma di partecipazione, condivisione, confronto delle scelte di una giunta comunale. Questo unito ad una debolezza strutturale delle forze politiche, tutte, ha portato ad un uomo solo al comando. Il sindaco. Siamo vicini al podestà. Il sindaco comunica al popolo le decisioni. Non si confronta. Non discute. Si circonda di yes men. Tutti i sindaci hanno assunto questo tratto.

Poi le Regioni. I presidenti vengono chiamati Governatori. Non esistono in Italia. Non esistono nella costituzione. I governatori vi sono negli USA perché li vi sono degli Stati. Non è un problema solo di terminologia ma di sostanza. Rischiamo un nuovo centralismo regionale. Poi ad ogni elezione regionale i presidenti che vengono eletti si sentono legittimati a scalare…il Pd, la Lega, il Governo. Si come negli USA. Ma con una differenza. In quel paese il Presidente degli USA lo si elegge ogni 4 anni e non è messo in discussione ogni giorno come in Italia.

Poi le province. Abolite per ridurre i costi della politica anche queste. Un danno enorme. Invece di ridurle, come ad esempio fare una provincia di area vasta accorpando le esistenti, si è preferito cancellarle. Il risultato? Un aumento dei costi del personali (una parte è passato sotto le regioni con contratti di lavoro più costosi), una riduzione della presenza sul territorio, un impoverimento dei comuni minori che si sono trovati da soli. Altro che crisi di rappresentanza.

Ebbene nessuno ha detto, scritto impegnato su questi temi a parte rare eccezioni.

Riducendo i parlamentari non si riduce nessuna rappresentanza politica. Le segreterie dei partiti se non si cambia la legge elettorale, rimettendo le preferenze, decideranno chi sono i parlamentari, esattamente come ora.

Voto SI perché se vincono i NO le riforme istituzionali in Italia rimarranno al palo per altri  anni mentre la riduzione di spazi di democrazia andrà avanti in forma strisciante senza nessuna possibilità di iniziare un vero percorso di riforme.

Maurizio Melucci

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