Nonostante la fine dello stato di emergenza, si potrà continuare a ritirare in farmacia le medicine prescritte dal medico su ricetta dematerializzata, presentando la Tessera Sanitaria.
Le indicazioni contenute in un’ordinanza emessa ieri sera dalla Protezione civile nazionale, infatti, hanno prorogato fino alla fine del 2022 le misure di semplificazione – messe a punto durante la fase pandemica – per il ritiro dei medicinali in farmacia prescritti dal proprio medico con procedure semplificate.
Un provvedimento in extremis, dunque, dal momento che la procedura semplifucata doveva scadere oggi. Fra le proteste veementi dei medici di famiglia, che sarebbero dovuti tornare alle ricette cartacei per tutti quei pazienti che non hanno il Fascicolo Sanitario Elettronico o che non ne hanno tanta dimestichezza.
Una semplificazione che era stata molto apprezzata dai cittadini, temevano di dover tornare a consegnare in farmacia la ricetta cartacea stampata dal medico.
“Durante il difficile periodo dell’emergenza pandemica – commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini – il servizio sanitario ha saputo rispondere all’esigenza di velocizzare e semplificare alcuni servizi per i cittadini. La ricetta dematerializzata, ad esempio, con la possibilità di ritirare i farmaci mostrando il proprio tesserino sanitario, ha rappresentato un grande aiuto per tutti, in particolare per chi ha meno familiarità con le tecnologie. Con scelte come quelle fatte ieri dal Dipartimento della Protezione civile nazionale, stiamo dimostrando che siamo sulla strada giusta per disegnare la sanità del futuro. Quella in cui le farmacie diventano parte di un sistema che si caratterizza per la vicinanza ai cittadini e per la possibilità di erogare servizi in maniera semplice, veloce e completamente dematerializzata”.
Rimane sempre possibile, in alternativa, ritirare i farmaci dopo aver indicato il numero della ricetta elettronica (NRE) presente nella parte in alto della ricetta, che può essere comunicato telefonicamente, via e-mail o messaggistica istantanea, direttamente all’assistito da parte del proprio medico.
Per i cittadini dell’Emilia-Romagna, poi, rimane invariata la possibilità di ritirare i farmaci attraverso una specifica funzione del Fascicolo sanitario elettronico (accedendovi tramite internet o l’app ER Salute) che consente di mostrare al farmacista il codice a barre della ricetta.
Sul tema è intervenuta anche la consigliera regionale dem Nadia Rossi, che rassicura sul fatto che “per quanto riguarda l’utilizzo delle ricette dematerializzate per i medici di famiglia, la competenza è nazionale e proprio dal ministro per le Politiche della Salute, Roberto Speranza, è arrivata la conferma della proroga del servizio fino al 31 dicembre, attraverso ordinanza della Protezione civile. Senza dubbio serve valutare la resa strutturale di questa misura, considerato che, intorno a noi, il mondo è cambiato e che i formati elettronici garantiscono semplificazione ed immediatezza”.
Sulle altre preoccupazioni espresse dal segretario regionale di Fimmg, la consigliera dem puntualizza: “Mi sento di dire che in Regione Emilia-Romagna l’attenzione per la categoria è massima. E nell’ottica di sviluppare una sanità come quella delineata dal Pnrr, che riporta al centro la medicina del territorio e la domiciliarità con la presa in carico dei pazienti, serve far sì che ognuno diventi soggetto attivo della nuova organizzazione sanitaria. A tal proposito, la settimana scorsa ho sottoscritto insieme ad altri colleghi del gruppo Pd un’interrogazione alla Giunta per sapere come si intenda coinvolgere i medici di medicina generale e le loro rappresentanze nella costruzione del nuovo modello assistenziale territoriale e delle Case di Comunità”.
“La carenza del personale medico che ho avuto modo di sottolineare nei mesi scorsi, seguendo le vicende dei presìdi sanitari locali – spiega Rossi —, è estesa anche ai medici di famiglia e va di pari passo con l’indebolimento delle reti territoriali di assistenza sanitaria, acuito dall’emergenza pandemica. Tutto ciò ha creato problematiche che rischiano di rallentare processi di cambiamento già avviati in Emilia-Romagna, come quelli sulla medicina territoriale, dove i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono figure fondamentali. Per questo serve riaprire un confronto con le rappresentanze di queste categorie per renderle protagoniste degli interventi di innovazione, anche organizzativa oltre che tecnologica, ormai non più rinviabili”.