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Maxi-allevamento polli Maiolo, Rossi (PD): “I cittadini vanno rassicurati”

“I cittadini della Valmarecchia vanno rassicurati in merito all’apertura dell’allevamento avicolo Fileni”. Lo dichiara la Consigliera regionale riminese Nadia Rossi, che ha portato il tema in Consiglio regionale interrogando la Giunta, per vederci chiaro sul progetto che sta facendo discutere la Valmarecchia.

“C’è stata piena correttezza amministrativa nell’iter procedimentale che ha portato all’adozione del Provvedimento autorizzatorio unico per la ricostruzione di un allevamento avicolo nel riminese? A questa domanda la Vicepresidente Irene Priolo ha confermato che il percorso di valutazione e approvazione del progetto si è svolto nella piena trasparenza e in linea con gli strumenti urbanistici comunali, provinciali e regionali – sottolinea Rossi – Nello specifico, l’autorizzazione alla demolizione e ricostruzione dell’allevamento è stata approvata nell’aprile 2022 senza alcuna osservazione contraria dalla Conferenza dei Servizi (composta da ARPAE, Provincia di Rimini, Unione dei Comuni Valmarecchia, Comune di Maiolo, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione Civile Servizio Area Romagna, Ente Gestione per i Parchi e la Biodiversità Romagna, Autorità Bacino distrettuale del Fiume Po, Comando provinciale dei Vigili del Fuoco del Comune di Rimini, Ausl della Romagna). Anche la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio non ha visto ostacoli alla realizzazione del sito, utile anche in un’ottica di riqualificazione del territorio che vedeva edifici fatiscenti, abbandonati e dismessi. Il nuovo allevamento sorgerà ridimensionato rispetto a quello precedente: i capannoni a tre piani diventeranno ad un piano, passando quindi da una superficie di 48.700 m2 ad una di 25.600 m2. Le diverse modifiche richieste nel corso dell’istruttoria in Conferenza dei Servizi, a cui per la Regione ha partecipato ARPAE, hanno sensibilmente ottimizzato e migliorato il progetto presentato inizialmente, in particolare per ciò che concerne le dimensioni dell’impianto: si parla di numeri che fino al 2009 raggiungevano cicli da circa 800 mila polli l’uno (in allevamento intensivo convenzionale), nel progetto iniziale presentato da Fileni arrivavano a 512 mila (in allevamento misto convenzionale/biologico) ed in Conferenza dei Servizi sono stati ridotti sensibilmente fino ad un massimo di 217 mila capi, rendendo l’allevamento esclusivamente biologico.”

La Regione rassicura che l’iter è andato avanti secondo le normali e regolari procedure previste dal Testo Unico per l’Ambiente, motivo per cui risulta non percorribile la pratica dell’autotutela, incorrendo con ogni probabilità in un “abuso d’ufficio”. “La preoccupazione di chi abita la valle è legittima, ma come dichiarato dalla Vicepresidente Priolo, i controlli, già previsti nelle prescrizioni finali del progetto approvato, saranno puntuali: entro un anno dalla data di messa a regime dell’allevamento ad esempio verrà monitorato l’impatto acustico dello stesso, entro due anni quello odorifero, e saranno sviluppati progetti di educazione ambientale ed alimentare ad esso connessi. Inoltre l’azienda, in accordo con il Comune di Maiolo, si è resa disponibile per investire ulteriormente sul fotovoltaico in prossimità dei capannoni e sulla creazione di una comunità energetica in loco” continua Rossi.

“In ogni caso, dal Consiglio regionale arriva la conferma che la Regione sarà al fianco dei cittadini per fare chiarezza e rassicurarli, anche mettendo a disposizione le competenze tecniche regionali in vista dell’insediamento di una commissione ad hoc che il Comune di Maiolo intende creare, per approfondire e rispondere concretamente alle questioni sollevate, un’esperienza già praticata in circostanze analoghe. Io dal canto mio ho già annunciato un accesso agli atti, per rendere ancora più trasparente la procedura nel suo complesso, a partire dal parere del Servizio Giuridico del Territorio della Regione Emilia-Romagna, che individua il discrimine fra “allevamento esistente” e “nuovo allevamento” nella sussistenza o meno degli edifici, dichiarando che non è rilevante che questi siano effettivamente attivi. Un’interpretazione peraltro sottolineata dalla sentenza del TAR Emilia Romagna n.756/2021, su analoga situazione in altro allevamento, a sua volta confermata dalla sentenza del Cons. Stato, Sez. IV n.1761/2022” conclude la consigliera regionale Pd.

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