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Marinai salvataggio Rimini: “Vogliamo dipendere dal pubblico e non dai bagnini”

Dipendere dal pubblico e non dai bagnini. E participare ai tavoli dove si sta discutendo nelle nuve norme che dovranno regalre le concessioni di spiaggia, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che nega proroghe e obbliga alle aste. E’ quanto chiede l’Associazione Marinai di Salvataggio della Provincia di Rimini nell’appellarsi alla Regione Emilia Romagna, con una lettera aperta in cui si chiede un incontro con il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore al turismo Andrea Corsini.

LA LETTERA APERTA

Egregi Stefano Bonaccini e Andrea Corsini,

siamo l’Associazione Marinai di Salvataggio della Provincia di Rimini, da oltre 10 anni attiva per la salvaguardia della vita in mare nel nostro territorio.

Abbiamo letto del Vostro interesse nei confronti della spiaggia e del mare della nostra regione; e, per meglio dire, abbiamo notato il Vostro impegno a favore degli attuali concessionari di spiaggia.

Ebbene, visto che è lì che lavoriamo, avremmo alcune cose da dirVi riguardo a come migliorare il nostro servizio, che va dal mare alla spiaggia e tutela tutte le persone che li frequentano, cosa necessaria per il settore turistico locale.

Mettiamo subito in chiaro che non è nostro interesse entrare nella bagarre sulle concessioni balneari. Il fatto è che, quali che siano i futuri concessionari di spiaggia, abbiamo iniziato a sentire la necessità di divenire indipendenti da loro, diventando servizio pubblico a tutti gli effetti come già lo siamo di fatto.

Poichè non è tutto oro quel che luccica, come si vorrebbe far credere: anche nel nostro lavoro, negli ultimi anni abbiamo assistito al all’emergere del lavoro nero (o grigio) e al mancato rispetto dei contratti, in alcuni casi ai tagli sulla manutenzione dei mezzi a nostra disposizione (già desueti) e sui corsi di aggiornamento, a postazioni scomparse per far risparmiare qualche imprenditore e quindi a casi di mancato rispetto dell’ordinanza balneare, ed al mobbing per chi cerca di far emergere che la sicurezza in mare non dovrebbe essere governata in base a logiche di risparmio aziendale.

Ci siamo allarmati perché non stiamo parlando di pochi casi isolati, ma di una tendenza in espansione. Come se non bastasse, sembra diventato impossibile prorogare la stagione balneare per il nostro servizio di salvamento,
nonostante bel tempo, presenze ed eventi, sempre per il risparmio di pochi a discapito della collettività.

Qui sta il nocciolo della questione che vorremmo affrontare: riteniamo che il nostro lavoro dovrebbe rispondere unicamente alle necessità della sicurezza in mare e battigia, che devono essere slegate da quelle del profitto, che tendono strutturalmente ad abbatterne i costi e quindi ad abbassarne la qualità. Per questo pensiamo debba diventare un servizio pubblico gestito dal pubblico, e non subappaltato al privato. Ci sembra un’anomalia evidente a cui pensiamo sia giunta l’ora di mettere fine.

E a proposito dei tavoli sulla questione delle concessioni balneari: ci pare giusto che Vi facciate portavoci anche delle richieste al Governo di chi in spiaggia lavora: a quei tavoli devono poter partecipare anche le parti sociali, i sindacati dei lavoratori del settore (Cgil e Usi per quanto ci riguarda) e le associazioni in difesa dell’arenile come bene di tutti (Conamal).

Per tutte queste motivazioni, data la Vostra attenzione al nostro ambito lavorativo, siamo qui a chiederVi un incontro al riguardo.

Vorremmo avere l’occasione di approfondire personalmente presso i Vostri uffici gli argomenti in questione, quindi attendiamo cortese riscontro.

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