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Marco e Giuseppe, un amore arcobaleno coronato a Gradara

L’amore può superare qualsiasi ostacolo. L’amore fa girare il mondo, senza di esso nessuno riuscirebbe a vivere una vita davvero piena. E’ stato così anche per due persone che hanno deciso di fare il grande passo. Marco Salvi (classe 1974) da Rimini e Giuseppe Barca (classe 1981), da Catania (ma diventati entrambi cittadini gradaresi), dopo 13 anni di fidanzamento e 8 di convivenza, hanno voluto coronare il loro amore nel castello di Gradara.

Si è tanto parlato delle unioni civili in Italia, da poco è stata fatta una legge in merito (la “legge Cirinnà”), che tutela le coppie di atto. Questa unione arcobaleno (la prima celebrata nel comune gradarese), tra Marco e Giuseppe dimostra ancora una volta che l’amore non costruisce barriere al cambiamento, ma le abbatte con la sua forza travolgente, sempre e comunque.

Giuseppe, quando hai conosciuto Marco? E’ stato un colpo di fulmine?

Io e Marco ci conosciamo da quasi 13 anni. E’ iniziato tutto con un ‘Ciao’, ma non è stato un colpo di fulmine, perché ci ho messo un po’ di tempo per capire che provavo qualcosa per lui”.

E tu Marco, ti sei innamorato subito di Giuseppe oppure è stata una cosa graduale?

Tutto è cresciuto giorno per giorno. Da subito, però, credo sia nato un forte coinvolgimento da parte di entrambi, quello sì”.

Giuseppe, perché secondo te le unioni arcobaleno, in Italia, sono state sempre così osteggiate? La Chiesa ha giocato un ruolo importante su questo?

Non saprei proprio. In passato forse sì, ma penso che adesso le cose siano cambiate in meglio e non ci sia più questo problema di chiusura”.

Per te Marco?

Inizialmente siano state prese come un attacco alla tradizionale famiglia italiana, ma chi si è battuto per le unioni civili non ha mai cercato di sminuire nessun nucleo famigliare, anzi tutto questo è stato fatto per dare dei diritti a tutti coloro che vorrebbero crearsene uno. La Chiesa ha sempre avuto un forte ascendente sulla nostra società, ma anche questa istituzione è fatta di persone e quindi ogni pensiero può avere una sua evoluzione”.

Giuseppe, che cosa rappresenta per te il matrimonio?

Il matrimonio rappresenta un traguardo, perché dopo dodici anni di vita insieme credo sia giusto che i nostri diritti di cittadini vengano ascoltati. Quando uno dei due aveva bisogno dell’aiuto dell’altro era veramente umiliante dover accampare sempre giustificazioni”.

Marco, che cosa significa sposarsi per te?

E’ l’unione di due persone che si amano e che desiderano acquisire dei diritti per tutelarsi, come qualsiasi altra coppia”.

Giuseppe, hai fatto tu la proposta a Marco?

No, mi ha chiesto Marco di sposarlo, ma era già un desiderio che accomunava entrambi da parecchio tempo”.

Giuseppe, perché avete scelto proprio Gradara per celebrare il vostro amore?

Perché siamo cittadini gradaresi da ormai 4 anni, ma soprattutto perché in Comune abbiamo incontrato delle persone splendide con un senso di libertà davvero esemplare”.

Sei d’accordo Marco?

Sì. Quando ci siamo recati in comune per informarci sul da farsi, abbiamo trovato persone che ci hanno colpito per la loro disponibilità e cortesia. Abbiamo subito deciso che sarebbe stato il posto giusto per la nostra unione”.

Giuseppe, come hai vissuto la tua omosessualità?

L’ho vissuta in maniera molto tranquilla, perché io sono Giuseppe e penso che la gente non sia interessata a chi amo ma solo a chi sono. Nella vita raccogliamo quello che seminiamo. Se sei rispettoso nei confronti della gente, allora la gente ti rispetta per quello che sei”.

Anche per te Marco è stato così?

Ho maturato questa consapevolezza piano piano. Mi sono fatto tantissime domande, confrontandomi spesso con amici etero e gay. Ho sempre pensato che avrei dovuto raggiungere una tranquillità interiore, solo così sarei riuscito a essere sereno anche con gli altri. Il mio lavoro introspettivo mi ha fatto capire che Marco è una persona come le altre”.

Giuseppe, la tua famiglia ti è sempre stata vicino?

La mia famiglia è composta da persone speciali e uniche. Loro hanno sempre pensato al benessere di coloro che amano, senza preoccuparsi mai dei giudizi altrui”.

Marco, la tua famiglia invece?

La mia famiglia è sempre stata al mio fianco in ogni mia decisione. L’amore per un figlio va oltre ogni cosa”.

Giuseppe e Marco, avete intenzione di allargare la famiglia?

Vogliamo solamente invecchiare serenamente con la consapevolezza di aver raggiunto un traguardo importante per il nostro futuro. E poi ci sono i nostri due cani: Choko e Noa, ormai componenti importanti della nostra famiglia che rallegrano le nostre giornate”.

Giuseppe, a tutte quelle persone che non riescono a fare coming out, cosa vorresti consigliargli?

Nella vita bisogna sempre essere se stessi, e soprattutto essere sempre rispettosi nei confronti degli altri, perché il rispetto è un fondamento importante della vita di tutti. Bisogna fare del bene agli altri e di conseguenza la gente vi amerà per la persona che siete, fregandosene dell’etichetta di gay o etero”.

Marco, tu invece?

“Le persone hanno dei percorsi di vita differenti. Il loro dichiararsi può avere dei tempi diversi. Quello che posso consigliargli è di vivere. La paura che avete non deve frenare la vostra voglia di vivere. Ognuno ha il diritto di vivere la propria vita”

Giuseppe, secondo te l’amore ha colore, sesso e religione oppure no?

No. Questa vita ci insegna che ci sono varie forme d’amore, ma la cosa importante eè che esiste l’amore, perché altrimenti la vita sarebbe veramente triste. Vogliamoci bene, rispettiamoci a vicenda, ricordandoci sempre che la nostra libertà inizia sempre quando finisce quella degli altri”.

Nicola Luccarelli

AMORE ARCOBALENO

Giuseppe Barca, l’assessore di Gradara Mariangela Albertini e Marco Salvi

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