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Alpini a Rimini, “Archiviazione non è assoluzione”

Archiviazione non è assoluzione (di un pessimo e diffuso comportamento).

Oggi tutti i giornali titolano sull’archiviazione chiesta dalla Procura di Rimini per l’unica denuncia legale fatta a carico di ignoti durante l’adunata degli alpini a Rimini di maggio 2022. Nulla di imprevisto, nessuna tra coloro le quali sono state molestate in vario modo, nonostante innumerevoli testimoni, avrebbe potuto conoscere i nomi di chi si rendeva protagonista di angherie di vario genere, verbali e gestuali. Per solidarietà, spirito di corpo, omertà collettiva dei compagni attorno (il branco), sarebbe stato davvero impossibile averli o fotografarli.

Dunque ora c’è chi fa la ola, in particolare una assessora del nord e qualche quotidiano a cominciare da Libero, i quali chiedono perfino le scuse alle malcapitate, colpevoli di essere state usate da una politica di parte. Molto indicativo tutto ciò. A nome e per conto delle mie coetanee che tanto hanno lottato e si sono fatte promotrici di cultura non sessista negli anni settanta, con indubbi risultati peraltro, io invece vorrei esprime grande considerazione e solidarietà alle giovani donne che si sono rese interpreti di una affermazione di sdegno per la restaurazione culturale imperante. Con coraggio. Purtroppo prove ovunque, in Italia e nel mondo della messa in discussione delle conquiste tutte già fatte: autodeterminazione, aborto e tanto altro, non ultimi gli omicidi perpetrati da chi maschio, non accetta l’abbandono. Tra tutto ciò non significa che il genere femminile sia esente da errroi, anzi. Purtroppo molte ragazze sempre di più imitano nei peggiori comportamenti anche le consuetudini tipicamente maschili: vedi aggressioni fisiche e verbali, bullismo e tanto altro.

Degrado culturale. Social. Pandemia. Incapacità educativa di genitori e della scuola. Vero tutto. Questo è il motivo per cui è significativo che simili episodi compiuti dagli appartenenti a una associazione privata – attenzione l’AMA che concepisce i raduni a quel modo con fiumi di alcool senza controlli, non è l’arma militare degli Alpini – siano censurati, discussi, denunciati, anche se solamente mediaticamente. Ci auguriamo tutti che siano loro stessi per primi a promuovere cambiamento. Così come venga posto un freno alla restaurazione di una mentalità che da una cinquantina d’anni avremmo creduto superata e affinché non venga data per irreversibile e scontata, come invece pare stia accadendo.

Dunque grazie ragazze di Non una di Meno. Noi lo sappiamo che voi tutte lottate contro la violenza sulle donne, anche su quella che non ammazza nell’immediato, tuttavia provoca inevitabilmente la diffusione pandemica di un approccio maschilista di supremazia fallace, sempre più pericolosa perché inesistente e frustrata.

Manuela Fabbri

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