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Maltrattamenti nell’asilo “Il Delfino”: i genitori chiedono conto al Comune di Rimini

Si svolgerà domani, 8 novembre, l’udienza preliminare sui maltrattamenti nell’asilo “Il delfino” di Rimini. I genitori potranno così costituirsi parte civile. Tra questi, sette famiglie sono difese dagli avv.ti Giulio Canobbio e Silvia Peraldo Gianolino dello studio legale Moretti Canobbio, penalisti del Foro di Genova e membri del comitato scientifico de La Via dei Colori. “Attendiamo l’udienza preliminare – hanno detto gli avvocati – nella quale chiederemo la citazione del comune di Rimini quale responsabile civile pur non sapendo, alla stato, quale scelte processuali prenderà l’imputata“.

Ma non saranno i soli a chiedere al giudice di poter chiamare il Comune come responsabile civile in quanto ente deputato alle scuole dell’infanzia. Lo avevano già preannunciato gli avvocati  Petrillo e  Rossi, in rappresentanza di altre coppie di genitori da loro assistiti. In totale saranno più di cinquanta i genitori che potrebbero costituirsi parte civile sia nei riguardi della maestra sia nei confronti del Comune. E proprio il Comune rischia di pagare, nel caso di un’eventuale condanna dell’insegnante, i danni ai genitori dei 27 bambini.
Loredana Pacassoni finì ai domiciliari nell’aprile 2016 su segnalazione di una collega. Il suo caso fece scalpore perché la donna era già indagata in un procedimento penale per abuso dei mezzi di correzione, a seguito di una denuncia del 2010 quando lavorava nell’asilo “La Vela”. Sospesa per dieci giorni e reimpiegata per breve periodo nei musei comunali, era stata reintegrata a scuola. Nonostante le registrazioni audiovisive sembrassero non lasciare dubbi, il 7 giugno 2016 il Tribunale del Riesame revocò la misura cautelare considerando che i comportamenti non fossero tali da “turbare la serenità dell’ambiente”. La Cassazione annullò poi il provvedimento ma la donna rimase in libertà. Nella richiesta di rinvio a giudizio, 24 episodi contestati: schiaffi, percosse, bambini sollevati di peso e spinti e “un continuo stato di soggezione e paura”.

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