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Maestro e “campeggiatore” in Romagna, Gergivev amico di Putin rischia il bando

Lo chiamano zar del palco. Il maestro Valery Gergiev, direttore d’orchestra è amico di Vladmir Putin. 68 anni, figlio di un ufficiale dell’Armata Rossa, zio che fu progettista dei carri armati preferiti da Stalin. Ma Gergiev non è mai stato un membro del Partito comunista. Convinto però che Putin da quando è diventato primo ministro nel 1999 abbia “fermato il processo di disintegrazione della Russia”. E così nel 2014 ha firmato una lettera di intellettuali russi che plaudiva all’annessione della Crimea. Mentre nel 2016 ha diretto l’esibizione dell’Orchestra Sinfonica del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo nel teatro romano di Palmira, appena strappata dalle truppe russe agli islamisti di Siria.

Ora con l’attacco della Russia all’Ucraina le sue posizioni filorusse diventano un caso politico e musicale. Non guiderà l’Orchestra di Vienna in un tour di cinque concerti negli Stati Uniti che inizierà venerdì sera alla Carnegie Hall. Poi è arrivata l’intimazione molto esplicita del sindaco di Milano Beppe Sala: “Abbiamo alla Scala ‘La dama di picche’ diretta dal maestro Valery Gergiev e con il sovrintendente del teatro gli stiamo chiedendo di prendere una posizione precisa contro questa invasione e se non lo facesse saremmo costretti a rinunciare alla collaborazione”.

Gergiev è molto conosciuto anche a Rimini e Riccione.

E’ stato tra i protagonisti delle edizioni 2016 della Sagra Musicale Malatestiana. Ha fatto visita al cantiere del Teatro Galli mentre era in costruzione. Il 10 dicembre 2018, per l’inaugurazione del Galli,  toccò proprio a Valery Gergiev inaugurare la stagione lirica. Il maestro russo diresse per l’occasione il “Simon Boccanegra” di Giuseppe Verdi. Poi ha partecipato anche alla Sagra malatestiana del 2021.

Ma gli interessi del masetro in riviera non sono solo musicali. Valery Gergiev detiene anche proprietà in aree costiere importanti, come il camping Maximum a Miramare e il villaggio del Sole a Riccione. Sono beni che gli derivano dall’ex impero Ceschina.

Perchè un direttore d’orchestra russo è proprietario di campeggi a Miramare e Riccione? Un po’ di storia…

Prima Guerra Mondiale, per pagare le forniture sanitarie militari lo Stato cede alla famiglia Ceschina, proprietaria della Sanitaria Ceschina, centinaia ettari di terra e di sabbia tra Cattolica e Rimini. Sono dei Ceschina, ad esempio, i 28 ettari di poderi su cui, nel 1963, sorgerà Porto Verde. Sono dei Ceschina i 1.063 mq su cui 30 anni fa, dopo un’occupazione d’emergenza illegittima da parte dello Stato, fu costruito il palazzo delle poste di Miramare e che ora dovrebbero tornare ai proprietari, senza il palazzo. E’ Gaetano Ceschina che fece costruire alla fine degli anni ‘20 il Grand Hotel Riccione e il Grand Hotel Cesenatico. E dei Ceschina sono anche i terreni a sud di Riccione su cui, a partire dal 1954, sorgono i principali camping di Riccione.

 La fortuna accumulata dai fratelli Ceschina a partire dai possedimenti terrieri del padre Gaetano è in parte investita in immobili, in una casa editrice (fondata dal fratello di Gaetano, Renzo Ermes) e nella Sanitaria Ceschina che rifornì di garza l’esercito in due guerre mondiali.
Nella notte tra il 20 e 21 ottobre 1976 uno dei fratelli, Mario Ceschina, viene rapito, viene chiesto un riscatto di 30 miliardi, poi scesi a 3. La famiglia nega il rapimento, dicono che Mario Ceschina è all’estero per affari. Ma Mario Ceschina non è più stato ritrovato.

L’anno dopo, nel 1977, un altro fratello, Renzo Ceschina, sposa la suonatrice d’arpa giapponese Yoko Nagae. Yoko Nagae è nata il 5 aprile 1932 nella prefettura di Kumamoto in Giappone e ha cominciato a suonare fin da piccolissima, prima il pianoforte e poi l’arpa. Proprio per perfezionare gli studi di arpa era venuta in Italia, a Firenze, nel 1960. Incontra il miliardario milanese, di 25 anni più vecchio, in un caffè di Venezia nel 1962 e, dopo un corteggiamento di 15 anni lo sposa nel 1977. Appena un mese dopo il matrimonio, il 24 aprile 1977, il Conte Ceschina cambia il suo testamento e quando muore, nel 1982, la moglie eredita una fortuna stimata allora in 500 miliardi di lire.
Un nipote del Conte, Riccardo Ceschina, accusa Yoko Nagae di aver falsificato la firma sul testamento, ma dopo 10 anni il Tribunale stabilìsce che la firma era autentica e la Contessa è l’unica erede.

Rimasta vedova la Contessa si stabilisce a Venezia, dov’era anche proprietaria del Gran Caffè Quadri in piazza San Marco e di Palazzo Ruzzini Priuli in campo Santa Maria Formosa, e utilizza il suo patrimonio per finanziare artisti ed in particolare musicisti essendo presto riconosciuta come una vera e propria mecenate della musica. Tra gli altri sponsorizza Maxin Vengerov, contribuendo per metà all’acquisto di un violino Stradivari del 1772, e Valery Gergiev, direttore del Teatro Marinskij di San Pietroburgo, a cui negli ultimi anni sembrava essere molto legata. Quando la Contessa muore a Roma il 10 gennaio 2015 senza lasciare nessun erede, la sua volontà infatti è di non essere sepolta in Italia, ma che le sue ceneri siano portate in Russia. E la sua eredità va proprio a Valery Gergiev.

Di quell’eredità fanno parte il terreni su cui sorgono il Villaggio del Sole di Riccione e il camping Maximum di Miramare. Di quest’ultimo nell’ottobre 2018 il direttore d’orchestra russo aveva annunciato la chiusura definitiva, dopo aver intimato ai gestori di lasciare libero il bene. Solo dopo una mobilitazione popolare e una laboriosa trattativa con il Comune di Rimini, si era ottenuta la promessa di mantenerlo in vita. Erano stati anzi presentati grandiosi progetti di rilancio, ma poi l’ondata del covid ha travolto tutto.

 

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