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Ma l’Emilia Romagna non è contendibile. Comunali di Rimini prossimo passaggio decisivo

Da settimane sostenevo che il risultato elettorale sarebbe stato migliore per il centrosinistra di quello rilevato dai più importanti istituti di ricerca demoscopici. Non era ottimismo della volontà, ma la convinzione che un referendum sul Governo e su Salvini per le elezioni regionali dell’Emilia-Romagna come ha voluto il leader della Lega alla fine sarebbe stato un boomerang come purtroppo è successo in un’altra recente consultazione referendaria. Avevo anche molti dubbi sui dati dei sondaggi. Alla fine il risultato mi ha dato ampiamente ragione.

Hanno vinto il buon governo e l’impegno di Stefano Bonaccini nei 5 anni di governo passati e durante la campagna elettorale.

Otto punti di scarto sono tanti. La dimostrazione che l’Emilia-Romagna non è “contendibile”, come si vuole fare credere. In un sistema tripolare il candidato del centrosinistra ha vinto con oltre il 50% dei consensi. Un polo, il movimento 5 Stelle ha deciso di suicidarsi politicamente presentandosi da solo. Siamo ritornati ad un sistema politico bipolare, non c’è posto per chi si colloca fuori.  Avrebbe ottenuto un risultato diverso in coalizione con il centrosinistra. Ma così non è stato. Si vedrà in futuro.

Il risultato ha avuto una spinta fondamentale nel movimento delle Sardine, che ha risvegliato una parte dell’elettorato di sinistra in fuga dalle urne. Questo movimento è stata una lezione per il Pd, ma questa volta senza penalizzarlo, anzi.  Ora sta al gruppo dirigente del Pd fare tesoro di questa elezione e lezione per un profondo rinnovamento dei programmi, dell’identità, del radicamento nei territori e dei gruppi dirigenti, investendo di più su un partito aperto e plurale.

     La manifestazione delle Sardine in piazza Cavour a Rimini il 24 Novembre

Secondo dato. Il Pd ha ottenuto un ottimo risultato. Primo partito in Regione recuperando consensi rispetto alle europee del 2019 e politiche 2018. In tanti erano pronti per il de profundis del maggiore partito del centrosinistra italiano. Il futuro doveva essere rappresentato da un meglio non precisato civismo spinto da sindaci e politici di lungo corso locali. I dati sono netti e non si piegano a particolari interpretazioni.

La lista Bonaccini Presidente che univa civismo, renziani di Italia Viva, Azione di Calenda ed il movimento di Pizzarotti sindaco di Parma arriva al 5,76% su scala regionale spinto soprattutto dal nome di Bonaccini. Molto al di sotto delle aspettative che qualcuno traguardava ad una percentuale a due cifre.

Evidente che occorre insistere su un centrosinistra che vada oltre i confini dei partiti tradizionali, ma cercando di intercettare realmente movimenti presenti nella società e non solo operazioni politiche costruite a tavolino ed in taluni casi da politici riciclati.  Non è un caso che il miglior risultato, della lista Bonaccini a Rimini,  lo ottiene il candidato Gianfreda, consigliere comunale di Rimini, sostenuto da una parte del mondo cattolico e del volontariato. I sindaci sono trainanti per le elezioni comunali, meno per altre consultazioni.

Sarebbe tuttavia un grande errore pensare solo di festeggiare queste elezioni senza una lettura corretta del risultato del centrosinistra e del Pd in particolare.

In provincia di Rimini il centrodestra è avanti al centrosinistra in 20 Comuni su 25. E’ vero che lo scarto in molti casi è minimo, ma è minimo anche lo scarto nei 5 Comuni dove in vantaggio è il centrosinistra. Le elezioni nel comune di Rimini nel 2021 sono un banco di prova per un nuovo Pd e nuovo centrosinistra.

In alcune (molte) realtà comunali il Pd ha necessità di essere rifondato su nuove basi, lasciandosi alle spalle le scorie del passato ad iniziare da Riccione. A Rimini segnali preoccupanti arrivano dalle periferie che si sentono trascurate .

Rimanendo sul Pd, è stata una campagna elettorale formalmente corretta, anche se non sono mancati i colpi “bassi” tra i vari candidati. I colori della campagna elettorale della Rossi uguali a quelli di Riminig quasi a significare una sorta di imprinting istituzionale. Polemiche sottotraccia e non solo,  anche sulla decisione, fatta dalla segreteria della federazione, di Emma Petitti come capolista.

Da sottolineare come curiosità l’appello al voto per Pruccoli dell’ex sindaco di Misano, Stefano Giannini. Il risultato dell’appello è stato modesto: solo 87 preferenze collocandosi ultimo nella lista del Pd del comune di Misano. Anche in questo caso si aprirà,  molto probabilmente,  una riflessione sul gruppo dirigente del Pd in quel comune.

Le preferenze hanno visto l’affermazione netta di Emma Petitti (8000 preferenze) e la riduzione di consensi  per Nadia Rossi e Giorgio Pruccoli rispetto a 5 anni fa. Emma Petitti è risultata la quarta più votata in Regione. Un risultato senza precedenti che investe la Petitti di nuove responsabilità politiche sul territorio provinciale.

Pruccoli  ha visto ridotto il consenso di 1700 preferenze. Nella sua città, Verucchio, le preferenze si sono ridotte di 200 unità. In questa quadro difficile pensare che per una serie di incastri regionali, nulla cambi rispetto a 5 anni fa nella delegazione riminese a Bologna.

Nel centrodestra tutto è molto più complicato. In casa Lega si è aperto il caso del segretario provinciale Bruno Galli non eletto. Al suo posto va a Bologna Matteo Montevecchi, consigliere comunale di Santarcangelo voluto dalla Lega nazionale e sostenuto da esponenti riminesi di primo piano di Comunione e Liberazione. Montevecchi fa parte dello staff per la comunicazione  del senatore Pillon, tra gli ideatori del “Family Day”.

Il duello tra le due sindache del centrodestra, Renata Tosi e Domenica Spinelli, si è concluso senza una vincitrice. La Spinelli non riesce ad eleggere nessuno in consiglio regionale con la lista civica della Borgonzoni, mentre la Tosi non è riuscita a piazzare nessuno della sua giunta. La lista della Borgonzoni, coordinata dalla Spinelli,  vede primeggiare nelle preferenze Claudio Di Lorenzo con una lunga militanza nella destra riminese e con un profilo di politico di lungo corso piuttosto che da civico.

La sindaca di Riccione, si racconta, si era già accreditata in importanti enti nazionali come futura assessora al Turismo della Regione. Si era portata avanti col lavoro, come si dice,  indicando anche le future strategie. Ma sicuramente sono solo chiacchiere di corridoio. Comunque Renata Tosi si dovrà accontentare di continuare a fare la sindaca di Riccione.

In Forza Italia ci ha pensato Nicola Marcello a mettere tutti in riga. Il voto apre un confronto sui profili dei candidati per le prossime scadenze locali. Con candidati spostati solo sul versante di destra estrema e sovranista della coalizione diventa difficile vincere, come dimostrano le ultime elezioni amministrative. Sarà questo uno degli argomenti degli esponenti di Forza Italia.

Fratelli d’Italia ha aumentato i consensi con l’usato sicuro di Gioenzo Renzi.

In generale i risultati migliori sono arrivati da chi aveva un reale radicamento sul territorio. Petitti, Marcello, Renzi, Montevecchi, con caratteristiche diverse e profili culturali molto differenti, hanno ottenuto risultati per un rapporto reale sul territorio e non soltanto con i social.

I 5 Stelle ne sono la dimostrazione. I candidati hanno raccolto poche preferenze, indebolendo anche la lista che sostenevano.

I prossimi appuntamenti elettorali per la provincia di Rimini saranno nel 2021. Un tempo utile per essere decisivi per il Pd ed il centrosinistra.

Maurizio Melucci

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