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Ma la Rimini di Tondelli non c’è più, se mai c’è stata

A differenza di Correggio, Reggio Emilia o Bologna, a Rimini il 30.mo anniversario della scomparsa di Pier Vittorio Tondelli è arrivato un anno dopo. Tondelli infatti è morto il 16 dicembre 1991. Poco male, poiché il tempo in più è servito a mettere a punto un ricco cartellone di iniziative estive, concerti e spettacoli dedicati all’autore di ‘Rimini’. In particolare l’happening “Apocalisse Tondelli”. 12 ore – dalle 11 alle 23 – in cui Rimini è diventata una città-romanzo con attori professionisti e ospiti d’eccezione come la regista Enza Negroni o il conduttore di ‘Fahrenheit’ (radio3) Graziano Graziani fra ex ospedale, ex cinema Astoria, ex opificio Beccadelli, Palazzo del Turismo, porto canale per finire tutti insieme alla spiaggia libera con, alle orecchie, cuffiette luminose con brani (e musiche)  del libro tondelliano ed il pubblico trasformato inconsapevolmente in attore, fra lo stupore e la curiosità dei turisti della sera. Non privo di originalità anche lo  spettacolo ‘Rimini’ presentato dal gruppo Rmn, collettivo di sette artisti della scuola Galante Garrone di Bologna o il concerto ”Quisquilie per gli amici”.

LA RIMINI DI TONDELLI NON C’E’ PIU’

Ma a scuotere il tono un po’ troppo celebrativo della ricorrenza, ci ha pensato Maurizio Maria Taormina con il suo volumetto “8tanta Rimini, a spasso con Tondelli”, Bookstones Edizioni, recensito ottimamente su queste colonne da Paolo Zaghini. Perché ci ricorda da dove veniamo (la mitica pensione Kelly)  ma anche dove abbiamo rischiato di finire: ben simboleggiato dalla piramide di Panseca, vero simbolo degli anni Ottanta, dove la politica aveva assunto le sembianze di una discoteca.

Il saggio di Taormina va letto per farci meglio capire che Tondelli ci parla di una Rimini che, se mai è esistita, oggi non c’è più: quella della trasgressione, degli eccessi, della confusione ma anche della città delle mode e delle tendenze. Quella che il sociologo Aldo Bonomi definiva “capitale del distretto del piacere” e Camilla Cederna, con un po’ di disprezzo, battezzò “divertimentificio”.

Ma oggi a Rimini sono rimaste tre discoteche! E l’evento spettacolare di maggior richiamo (se escludiamo la Notte Rosa)  è stato in piazza Malatesta “Peter Pan nei giardini di Kensington” con luci, musica e coreografie volanti. Tondelli raccontava la sua Apocalisse con – ironicamente – i bagnini che affittavano i mosconi a 5mila lire all’ora per vedere dal mare la fine del mondo.

Ma una Apocalisse vera, ricorda Taormina, arrivò qualche anno dopo la pubblicazione del libro, con le mucillagini del 17 agosto 1988 e dell’8 luglio 1989 che bruciarono la stagione estiva. Tondelli amava descrivere solo la Rimini del mare, non andava oltre il grattacielo e la ferrovia e trasmetteva un’immagine di grigiore nelle poche espressioni che riservava per il centro storico.

Ma quest’anno abbiamo visto tanti vacanzieri in città ( pur in assenza di giornate piovose). Segno che i tempi stanno cambiando ed anche il libro di Taormina può rappresentare un’occasione per aprire un confronto su Rimini, i suoi turisti – sempre più ‘cittadini temporanei’ – e il suo futuro.

Giorgio Tonelli

 

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