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Ma dov’è l’interesse pubblico nel progetto ASI per l’ex questura di Rimini?

Ho letto la vostra risposta  alla mia pillola di domenica.  Cerco di stare dentro al vostro ragionamento evitando di commentare battute tese ad “intimidire” un libero pensiero su un progetto che coinvolge un’area importante per la città dopo il fallimento della realizzazione della questura.

La proprietà sostanzialmente dice che aveva ben presente cosa stava acquistando. Non un’area priva di pianificazione urbanistica (questa l’attuale situazione) bensì un’area con un progetto di riqualificazione redatto dal Comune per partecipare al bando PIERS (Piano integrato Edilizia Residenziale Sociale) della Regione.

In effetti il Comune di Rimini ha approvato ad inizio anno 2020 uno studio urbanistico dell’area che coinvolge l’ex questura, gli edifici residenziali di via Balilla in parte di proprietà del Comune e in parte di proprietà di privati. Nel piano è prevista anche la riqualificazione dello stadio.

Un progetto di riqualificazione ampio e, come detto, che coinvolgeva anche l’area di proprietà di ASI. Chiamamicitta.it aveva sollevato dei dubbi, allora, sulla procedura adottata dal Comune, paventando proprio il rischio di un incremento dei valori dell’ex questura. Cosa che poi è successa, oltre ogni rosea previsione, immagino, del curatore fallimentare. Non so se è un affare. Sicuramente 14,5 milioni di euro sono tanti. Sarebbe interessante invece capire se dietro all’acquisto vi sia effettivamente Esselunga. Sarebbe un elemento di chiarezza, andando oltre al “chiacchiericcio” attuale. Basterebbe un sì oppure un no. Non è complicato.

Tuttavia, trattandosi di uno studio urbanistico, non ha valore giuridico. Ovviamente anche la Regione, che conosce perfettamente le norme, sa benissimo che il progetto a sostegno del bando PIERS è un master plan con tempi diversi dalla realizzazione degli alloggi popolari. Ora, pensare che il finanziamento possa essere revocato al Comune di Rimini perché non vi è contemporaneità tra i due interventi appare alquanto improbabile. Poi, per carità, sarà eventualmente la Regione o il Tar ad esprimersi formalmente. Per altro, come sicuramente i tecnici di Asi sanno, in Emilia-Romagna non si possono fare varianti urbanistiche se il Comune non ha il PUG (Piano Urbanistico Generale) come nel caso di quello di Rimini.  Può sì essere promosso un accordo di programma, ma vi deve essere un rilevante interesse pubblico che non può essere limitato ad una generica situazione di degrado.

Sinceramente non vedo dove vi sia di accanimento nei vostri confronti. Avete fatto delle proposte, il Comune vi risponderà, immagino, nel metodo e nel merito. L’opinione pubblica in varie forme si è interessata al progetto esprimendo proprie legittime valutazioni. La mia personale valutazione è che la vostra proposta sia carente di rilevante interesse pubblico.

Alcune funzioni di interesse pubblico previste appaiono improvvisate, come la previsione di una sede di facoltà universitaria, oppure uno studentato. Non risultano richieste ufficiali dell’Alma Mater in questo senso.

Per questa ragione ritengo che la migliore soluzione urbanistica la si possa trovare nel nuovo strumento urbanistico che il Comune dovrà realizzare. In quella sede si potrà avere una visione d’insieme dell’intero comparto che va dall’ex questura, all’ex caserma al palazzetto dello sport allo stadio. Si tratta di prevedere nuove funzioni al posto di quelle che sono terminate (ex caserma) o non si sono realizzate (ex questura). Ci vogliono anni? Sicuramente sì.

Come si può facilmente constatare, non vi sono idee preconcette nei vostri confronti, ma solo valutazioni di merito sul progetto e su cosa serva effettivamente alla città.

Concordo sul fatto che i cittadini meritano rispetto e penso di avere usato sempre argomenti chiari sulle caratteristiche del vostro progetto. Non ho mai semplificato nulla e ho posto domande e perplessità nel merito. I miei toni sono corretti mi auguro che anche da parte della proprietà si continui con una dialettica rispettosa di chi la pensa diversamente senza pensare di essere depositari di una verità assoluta.

Maurizio Melucci

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