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L’utopia del ’68 nata a Rimini: da domani su Netflix “L’incredibile storia dell’isola delle rose”

Data l’attuale chiusura dei cinema, Chiamamicittà.it non può che guidarvi nel mondo delle piattaforme online. Questa volta abbiamo però l’occasione di farlo riguardo non a una produzione statunitense, come avevamo già fatto nella prima ondata con Bombshell, ma relativamente a un film in tutto e per tutto italiano, anzi… riminese!

Domani uscirà infatti su Netflix L’incredibile storia dell’isola delle rose del regista Sydney Sibilia, conosciuto dal grande pubblico soprattutto grazie all’ormai nota trilogia Smetto quando voglio.

Il film è ispirato alla vicenda de “L’isola delle Rose”, una piattaforma artificiale di 400 m² costruita nel mare Adriatico, a 11.612 km al largo delle coste di Rimini e 500 metri al di fuori delle acque territoriali italiane, ideata dall’ingegnere bolognese Giorgio Rosa, il quale nel primo maggio 1968 autoproclamò uno Stato indipendente, con tanto di bandiera, moneta e lingua: l’esperanto.

Per un approfondimento della vicenda storica rimandiamo all’articolo di Nicola Gambetti pubblicato su Rimini sparita.

Il film inizia in medias res: siamo infatti nella primavera del 1968, l’anno delle grandi contestazioni studentesche. Il giovane ingegnere Giorgio Rosa (Elio Germano) decide di costruire una piattaforma al largo di Rimini, fuori dalle acque territoriali, e di proclamarla Stato indipendente. Un’isola d’acciaio dove non ci sono regole, o meglio, dove l’unica regola è il rispetto di un valore considerato inviolabile (e di cui forse proprio ora, in tempo di pandemia, possiamo realizzare fino in fondo l’importanza): la libertà individuale.

Un’utopia che Giorgio porterà avanti insieme a un gruppo di suoi compagni: il suo migliore amico, un giovane imprenditore, un misterioso naufrago in cerca di approdo, un animatore delle notti romagnole in cerca di una nuova vita, e una ventenne in cerca di lavoro. E poi, soprattutto, Gabriella, sua compagna di vita (interpretata da Matilda de Angelis).

L’Isola delle Rose attira ben presto l’interesse dei media e soprattutto porta al largo di Rimini frotte di ragazzi da tutto il mondo, trasformandosi in un mito anarchico, utopico, un vero e proprio caso internazionale, che creerà più di un grattacapo allo Stato italiano…

Nei prossimi giorni, su Chiamamicittà.it, seguirà una recensione approfondita del film.

Edoardo Bassetti

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