“Passano in area rossa le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento che si aggiungono a Campania e Molise che restano in area rossa”.
È quanto si apprende da fonti del ministero della Salute. “Tutte le altre Regioni saranno in area arancione per gli effetti del decreto legge approvato stamane”.
È in corso una “verifica sui dati della Basilicata. La sola Sardegna resta in area bianca”. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà dunque nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 15 marzo.
L’indice Rt e l’incidenza su 100mila abitanti* nelle Regioni:
Abruzzo Rt 1,05 (0,99-1,09), incidenza 232,7
Basilica Rt 1,53 (1,31-1,76), incidenza 170,99
Calabria RT 0,83 (0.72-0,95), incidenza 66,42
Campania Rt 1,5 (1,41-1,6), incidenza 203,71
Emilia-Romagna Rt 1,34 (1,32-1,38), incidenza 434,26
Friuli Venezia Giulia Rt 1,39 (1,33 – 1,47), incidenza 266,2
Lazio Rt 1,31 (1,27 – 1,36), incidenza 172,82
Liguria Rt 1,13 (1,08 – 1,18), incidenza 151,56
Lombardia Rt 1,3 (1,28 – 1,32), incidenza 306,04
Marche Rt 1,08 (0,99 – 1,18), incidenza 310,71
Molise Rt 1,07 (0,83 – 1,33), incidenza 157,73
Piemonte Rt 1,41 (1,36 – 1,45), incidenza 279,94
Provincia Bolzano Rt 0,61 (0,57 – 0,65), incidenza 259,08
Provincia di Trento RT 1,04 (0,99 – 1,1), incidenza 351,29
Puglia Rt 1,23 (1,2 – 1,27), incidenza 206,23
Sardegna Rt 0,89 (0,78 – 1), incidenza 31,89
Sicilia Rt 1 (0,95 – 1,06), incidenza 77,49
Toscana Rt 1,23 (1,2 – 1,26), incidenza 216,6
Umbria Rt 0,82 (0,76 – 0,86), incidenza 186,29
Val d’Aosta Rt 1,4 (1,1 – 1,75), incidenza 74,38
Veneto Rt 1,28 (1,26 – 1,32), incidenza 194,42
*Le restrizioni scattano quando l’incidenza supera i 250 casi settimanali per 100mila abitanti
Si estende così a tutte le province dell’Emilia-Romagna il colore in cui si trovavano già, per effetto delle precedenti ordinanze regionali adottate per fermare la diffusione del virus e proteggere la rete ospedaliera, la Città Metropolitana di Bologna e le province di Modena, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini.
Tra i parametri più significativi presi in esame per il passaggio della regione in zona rossa, l’aumento del tasso di occupazione dei posti letto sia in terapia intensiva (dal 32 al 40%) che in reparti ordinari Covid (dal 40 al 47%); l’incidenza su base settimanale che nei sette giorni dall’1 al 7 marzo è stata di 439,5 casi ogni 100.000 abitanti; la crescita dell’indice di contagio RT regionale, che questa settimana è salito all’1,34 (superiore quindi all’1,25 indicato come soglia dal Governo per l’istituzione della zona rossa. Così come da lunedì scatta automaticamente con 250 casi ogni 100.000 abitanti).
L’ingresso nella fascia di rischio più alto comporta, in tutto il territorio regionale, la didattica a distanza al 100% per le scuole di ogni ordine e grado fino all’Università, la chiusura di asili nido e materne e le limitazioni sugli spostamenti – se non per motivi di lavoro, salute o necessità – anche all’interno del proprio Comune, insieme al divieto di fare visite a parenti e amici. E poi, ancora, stop alle attività commerciali ad eccezione di quelle essenziali come farmacie, parafarmacie, negozi di vendita di alimentari, edicole e altre specifiche categorie, e chiusura delle attività di servizi alla persona, come parrucchieri e barbieri.
Per gli abitanti della Città Metropolitana di Bologna e delle province di Modena, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, già in rosso per le ordinanze regionali dei giorni scorsi, restano valide le misure attualmente in vigore. Si tratta invece di ulteriori restrizioni per i cittadini delle province di Piacenza, Parma e Ferrara, che si trovano attualmente in zona arancione, e per quelli della provincia di Reggio Emilia, ora in arancione scuro.