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L’ultima speranza negli Usa. La raccolta fondi degli amici per salvare Luisa

La lotta contro il peggiore di tutti i mali, un cancro che non ne vuole sapere di arrendersi alle cure fatte finora in Italia, e che forse potrebbe essere debellato solo ricorrendo ad una costosissima cura cui sottoporsi negli Usa. Eccola l’ultima speranza cui si aggrappa le vita di Luisa, 50 anni, professoressa all’Università di Bologna nella facoltà di statistica. La cifra ruota attorno ai 500.000 euro 200.000 sono già stati raccolti ma per aiutarla a raggiungere il traguardo si sono messi in moto gli amici, lanciando una petizione su Go found me.

Di seguito il testo postato sulla piattaforma. Qui la petizione (clicca qui)

“Luisa ha 50 anni ed è ricercatrice in Statistica all’Università di Bologna, nei dettagli, sta lottando contro un carcinoma infiltrante con metastasi, in stadio avanzato. In Italia le terapie basate su chemioterapici non stanno arrestando la progressione della malattia, le terapie che usano farmaci (ad es. anticorpi specifici) in grado di attivare le cellule immunitarie direttamente nel corpo del paziente – terapie già applicate in diversi ospedali italiani (a Siena, a Milano,…) – necessitano di target, cioè di recettori a cui agganciare i farmaci immunoterapici. Luisa purtroppo, non ha i recettori necessari mentre le terapie note come “CAR-T”, che usano direttamente cellule immunitarie del paziente, sono attualmente disponibili in Italia esclusivamente per il trattamento di leucemie e linfomi. Il tumore di Luisa è, invece, un tumore al seno.

L’unica speranza, come si diceva sopra è riposta nel’ immunoterapiasperimentale disponibile solo negli USA, che consiste nell’isolare dal sangue o dal tumore del paziente stesso i linfociti T, per poi selezionare solo le cellule di difesa in grado di riconoscere e attaccare la neoplasia: questi linfociti T specifici per il tumore vengono coltivati in provetta e poi iniettati nuovamente nel corpo del paziente. L’equipe di Steven Rosenberg (National Institutes of Health di Bethesda del Maryland) è riuscita in tal modo ad eliminare completamente il tumore e tutte le metastasi da una paziente che, da due anni, è libera dalla malattia. Altri pazienti stanno guarendo e Luisa può essere una di loro”.

Nel dettaglio: Luisa ha un carcinoma infiltrante metastatico, esordito nel 2014, con comparsa di metastasi nella spina dorsale e in due linfonodi nel Dicembre 2017, che ha trattato con interventi, radio e chemio. Nel Giugno 2018 sono comparse metastasi anche nel  linfonodo adiacente al pericardio, non irradiabile asportato in toracoscopia. A Gennaio 2019, sono comparse metastasi ossee nell’anca destra e terza costola sinistra. Ha seguito un intervento di ablazione, radio e chemio. Purtroppo, non avendo recettori per terapie immunologiche classiche disponibili in Italia, le uniche terapie disponibili sono quelle basate su chemioterapici, ma non stanno arrestando la progressione.

L’unico tentativo è sottoporsi a procedura immunoterapia sperimentale in USA, con l’infusione di linfociti T modificati per combattere le metastasi. Per maggiori informazioni clicca qui .

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