“In premessa vorrei sottolineare che trovo scorretto abbinare un referendum Costituzionale con le elezioni regionali, anche se per il referendum confermativo non è previsto quorum, perché è indubbio che il combinato disposto – dichiara Luigino Garattoni di Sinistra Italiana – di queste due votazioni rischia di sovraccaricare politicamente il risultato, qualunque sia l’esito.
Le ragioni del mio NO riguardano, innanzitutto, il merito di questa cosiddetta riforma, ma altrettanto vale per quanto riguarda le motivazioni più politiche.
Che questa non sia una riforma Costituzionale – continua l’esponente di Sinistra Italiana – ma uno spot e una proposta demagogica del M5S è chiaro a tutti. La loro ragione sociale dopo il vaffa era questa e dato che il vaffa una volta raggiunto il potere è scomparso e non più praticabile, l’unica proposta per acquistare consenso è questa, ne più ne meno come per Salvini il tema dell’immigrazione.
Bisognerebbe conoscere un po’ la storia perché, anche se è vero che la storia non si ripete sempre allo stesso modo, dal populismo sono nate le dittature nel nostro paese e nel mondo intero ed oggi la situazione internazionale non lascia ben sperare.
La nostra è una Repubblica democratica e non presidenziale e il ruolo del parlamento è centrale anche se negli ultimi anni si è praticato lo svuotamento dei suoi poteri.
La Costituzione sancisce il diritto alla rappresentanza anche delle cosiddette minoranze.
Ridurre da 630 a 400 i deputati e da 315 a 200 i senatori è giocoforza – continua nella sua nota l’esponente di Sinistra Italiana – sminuire la rappresentanza di molti territori, il rapporto con gli elettori sarà inesistente, gli eletti saranno ancor più di oggi emanazione dei capi partito e il voto dei cittadini sarà pressoché ininfluente. Per essere eletti serviranno molti più quattrini di quanti ne servano oggi e le lobby economiche e finanziarie saranno gli sponsor dei candidati molto più di quanto già accade oggi. Se quella di oggi è una casta quella di domani sarà una super casta.
Ammesso e non concesso che questa sia una riforma bisognava prevedere i contrappesi Costituzionali riguardo all’elezione del Presidente della Repubblica, dei compiti del Senato, del rapporto con le regioni.
La motivazione principale del M5s è il taglio dei costi della politica e della casta. Riguardo al primo argomento cito Cottarelli che di spese superflue se ne intende “… dal taglio dei parlamentari più danni che risparmi . Il bilancio dello stato ammonta a circa 900 miliardi questo taglio vale circa 58 milioni di euro, lo 0,007 dello stesso bilancio, si sarebbe ottenuto molto di più con il taglio degli emolumenti degli eletti…”.
Molti sostenitori del SI adducono come motivazione. Bisogna cambiare, poi vedremo.
Ma qui non si tratta di cambiare un vestito qui è in gioco l’intera casa, che è di tutti. Poi vedremo è ancor peggio: sarebbe come se un cardiochirurgo prima espianta il cuore del malato e poi vedrà se ne trova un altro da impiantare.
Altri dicono volete difendere i vostri piccoli partiti: I partiti sono riconosciuti dalla Costituzione, sono le leggi elettorali che possono determinare la rappresentanza e come è risaputo è il metodo proporzionale puro che riconosce il vero valore della rappresentanza. Io ho votato partiti piccoli e partiti grandi e coalizioni dove erano presenti entrambi e l’ho fatto non in funzione di quanto erano grandi ma di quanto rappresentavano le mie idee.
Da ultimo un riferimento non polemico – conclude la nota di Luigino Garattoni – a quanti votano SI perché la vittoria del NO indebolirebbe il governo: credo che questa sia una motivazione non suffragata da nessuna sostanza e ha più il senso di far parte del fronte dei vincitori, ogni riferimento al PD è puramente casuale.
Io andrò a votare e voterò convintamente NO”.
Luigino Garattoni, Sinistra Italiana