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Luigino Garattoni, COVID: “Le RSA o l’AUSL informino i parenti sulle condizioni dei propri cari”

Scrivo questa breve lettera appello per portare l’attenzione sui pazienti ricoverati nelle strutture per anziani e per l’impossibilità dei familiari di poter far visita ai loro cari. 

Non è mia intenzione alimentare nessuna polemica, allego a questo proposito altre due lettere che avevo inviato nei mesi scorsi dove rendevo merito ai dipendenti di queste strutture per il lavoro di cura che svolgono e dove avanzavo alcune proposte al riguardo. Avevo anche proposto di effettuare dei tamponi ai parenti dei degenti per poter visitare  i loro cari in tutta sicurezza. Durante  il primo  lockdown dei mesi di marzo e aprile abbiamo potuto venire in contatto con i nostri cari tramite le videochiamate e poi dal mese di luglio è stato possibile fare le visite in presenza. Con la seconda ondata si è tornati alla situazione del primo lockdown mentre purtroppo i contagi si sono allargati a diverse strutture. Mio padre 97 anni, ad esempio, che durante la prima ondata non era stato contagiato mi è stato comunicato, circa un mese fa, dalla direzione della RSA in cui si trova che era risultato positivo al covid, asintomatico e senza complicazioni.  Mi dicono che hanno effettuato due tamponi entrambi positivi e che siccome non presenta sintomi probabilmente non faranno ulteriori tamponi. Quello che chiedo è se questa pratica è corretta e se l’ASL e i servizi sociali non debbano dare per quanto possibile le informazioni ai famigliari dei pazienti che hanno contratto il covid nelle strutture.

Luigino Garattoni, Emilia Romagna Coraggiosa ecologista progressista

 

La lettera di Luigino Garattoni del 28 giugno

Per monitorare e prevenire la diffusione del virus Covid 19 sono stati preventivati, nella nostra regione, migliaia di test su persone, di cui non conosco/conosciamo le modalità della scelta. Risulta anche che molte persone non abbiano risposto positivamente alla richiesta pervenuta dalla croce rossa e dalle strutture sanitarie. Personalmente credo importante questo monitoraggio come opera di prevenzione e chiedo di conoscere quanti test sono stati fatti finora, che risultati hanno dato e quanti dinieghi ci sono stati. Un’ultima considerazione che riguarda le RSA: io ho mio padre, 97 anni, ricoverato in una di queste strutture, la Suor Angela Molari, di Santarcangelo e voglio ringraziare infinitamente tutto il personale per come hanno saputo affrontare questa emergenza.
Purtroppo dal mese di marzo non mi è consentito, ovviamente per motivi di sicurezza, come a tutti i parenti degli altri degenti la possibilità di far visita a mio padre e possiamo comunicare con le videochiamate. Ora sembra che con le dovute precauzioni sia possibile far visita ai parenti, quello che chiedo è di inserire negli elenchi delle persone invitate a fare i test sierologici i parenti dei degenti che vogliono entrare nelle strutture per dare una maggiore sicurezza a tutto questo sistema.

 

La lettera aperta di Luigino Garattoni a Stefano Bonaccini del 2 febbraio

Caro presidente per prima cosa voglio complimentarmi per la sua riconferma alla guida della nostra Regione, per il suo successo personale e per i toni e i modi da Lei usati in questa difficile campagna elettorale che anche ieri a Rimini ha usato, nel suo discorso alla Vecchia Pescheria.

Anche io, nel mio piccolo, ho contribuito alla sua elezione assieme alla Lista Emilia Romagna Coraggiosa Ecologista che ho sostenuto e votato con convinzione.

Come Elly Schlein, promotrice assieme ad altri della lista Emilia Romagna Coraggiosa, ha avuto modo di ribadire durante la campagna elettorale è il binomio inscindibile che esiste fra la questione ambientale e la questione sociale che bisogna mettere al centro dell’iniziativa politica per i prossimi anni. Affermo questo da convinto ambientalista essendo stato uno dei fondatori, assieme a tanti altri, della prima lista Verde ed Ecologista a Rimini.

Nel passato anche più recente sui temi ambientali vi sono stati punti di vista diversi e contrastanti fra il suo modo di agire e il nostro riguardo alle politiche urbanistiche, energetiche, trasportistiche. Ora la transizione ecologica e il patto per il clima è diventato un punto qualificante del suo programma e voglio sperare che per davvero questo argomento diventi una leva propulsiva per migliorare ancor di più la qualità della vita nella nostra regione e non rimanga esclusivamente un’enunciazione.

Durante la campagna elettorale lei ha poi affermato di voler ridurre a 6 ore i tempi di attesa nei pronto soccorso, come non essere d’accordo su questo, però per farlo serve più personale medico e infermieristico e serve il filtro indispensabile dei medici di famiglia. Ha poi affermato anche di voler rendere gratuito il trasporto pubblico per gli studenti fino a 18 anni, nuovamente d’accordo ma vi sono persone con redditi che possono sostenere la spesa di un abbonamento e dato che le risorse per attuare queste politiche non sono infinite, conoscendo anche i bilanci delle aziende del trasporto pubblico locale credo che questo argomento vada valutato con attenzione, perché vi sono anche operai poveri, disoccupati che meritano altrettanta attenzione.

Fatta questa premessa pongo una domanda che avrei voluto farle ieri: esistono secondo me delle priorità rispetto cui indirizzare gli investimenti regionali e la giusta attenzione che la buona politica dovrebbe prendere in considerazione. Mi riferisco alla cura per gli anziani non autosufficienti, una percentuale di popolazione in continuo aumento anche per il fatto, ovviamente positivo, dell’allungamento della vita. In tutta la regione i posti letto in queste strutture non rispondono assolutamente ai bisogni di queste persone e delle loro famiglie (allego la lista di attesa nelle strutture pubbliche convenzionate riminesi) e il lavoro di cura delle badanti non può essere sostitutivo dell’intervento pubblico. Un’altra considerazione riguarda il personale di questo settore, che svolge questo importante lavoro di cura: è quasi esclusivamente in seno alle cooperative sociali con contraddizioni sulle condizioni di lavoro e lo stato giuridico che vanno superate. Bisognerebbe allora incrementare di almeno il 20% i posti letto di tutte queste strutture, si darebbero risposte concrete alle persone anziane non autosufficienti, alle loro famiglie e si potrebbero creare nuovi posti di lavoro. Attendo una sua risposta e voglio sperare che questa richiesta venga presa nella giusta considerazione.

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