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Luigi Vignali è deceduto. La pallamano italiana in lutto

Si è spento ieri (mercoledì) dopo lunga malattia Luigi Vignali, storica figura della pallamano riminese e nazionale.

Il funerale ci sarà Sabato alle 10 a San Gaudenzo. Aveva 67 anni.

Stimato professore di educazione fisica ha diretto la Palestra Olimpia di Rimini. Vignali è stato una delle colonne della pallamano riminese fino dalla nascita di questo sport a Rimini portando l’HC Rimini fino alla serie A. Ha fatto l’arbitro l’arbitro e il commissario sempre dimostrando alte capacità tecniche e morali.

Nella foto di copertina di Maurizio Tassinari,  Vignali è il terzo da sinistra in ginocchio nella squadra dei Salesiani quando iniziò a giocare.

Tanti gli attestati di cordoglio del mondo dello sport.

Dal Presidente Federale, Pasquale Loria, “che esprime personale dolore e il profondo cordoglio, anche a nome del Consiglio Federale e di tutto il Movimento della Pallamano italiana, per la scomparsa all’età di 67 anni di Luigi Vignali. Riminese, Luigi Vignali ha speso la propria vita sui campi di Pallamano, prima da giocatore, poi da tecnico, successivamente da arbitro e in seguito nelle vesti di delegato federale. In qualità di membro della Commissione Arbitrale, ha contribuito alla formazione di numerosi direttori di gara”

All’assessore allo sport del comune di Rimini Gian Luca Brasini ed ex giocatore di pallamano. “Ieri ci ha lasciato un grande amico, uno sportivo a tutto tondo e soprattutto una persona con una carica umana straordinaria. Gigi Vignali. Tutti noi ex giocatori lo ricordiamo per quella sua forza leggera che, letto così, può anche sembrare un ossimoro ma che ben descrive quel suo modo di affrontare la vita e le sue sfide. Gigi ne ha affrontate tante di sfide: da giocatore ad arbitro e poi delegato della Federazione Pallamano, passando per i sui trascorsi di allenatore, professore e imprenditore. In tutto quello che faceva però c’era un sapore speciale: un senso dell’umorismo e una leggerezza che a volte noi riminesi sappiamo trasmettere e che era davvero contagiosa. Voglio pensare che tutto il travaglio legato alla tua malattia, di cui in pochi erano al corrente, lo hai voluto esorcizzare con la forza e con la leggerezza del tuo spirito unico. Ed è così che sei volato via. Leggero.”

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