“Balla coi Miti”. Quante volte avete sentito questo programma musicale su Radio Sabbia? Beh, a crearlo è stato una vera istituzione per quanto riguarda la musica anni ’70, ’80 e ’90. Stiamo parlando di Luigi Del Bianco, uno dei deejay più conosciuti in Romagna. Da oltre 30 anni fa ballare intere generazioni, e da vent’anni tutti possono ascoltare le più belle canzoni dai ’70 ai ’90 con “Balla coi Miti di Radio Sabbia”. Abbiamo chiesto a lui, misanese doc di 51 anno, di raccontarci qualcosa di più sulla sua passione per la musica.
Come possiamo descrivere Luigi Del Bianco?
«È una persona che ama la musica, che ha dato la vita per la musica e per la radio e senza questi due elementi non può vivere».
Da quanto è alla consolle?
«Ho iniziato nel 1984, a Radio Portoverde di Misano Adriatico, che allora copriva da Cattolica a Riccione».
Fa serate anche in discoteca?
«Sì, ma da pochi anni».
Perché ha deciso di percorrere questa strada?
«Io credo di essere nato con un vinile 45 giri in mano. Ricordo che facevo impazzire i miei genitori per i dischi, telefonavo alle radio locali, tra cui Radio Sabbia, per ascoltare il mio disco preferito. Insomma, ero un incubo per gli speaker di allora… il mio futuro era segnato».
Quali caratteristiche bisogna avere per fare questo lavoro?
«Si deve amare la musica, tutta! Quando si suona un disco in radio o in discoteca, lo si deve suonare per gli altri, per il pubblico e non per se stessi».
Come ha imparato il mestiere?
«Io sono un autodidatta, come molti della mia generazione. Ho avuto la fortuna di poter fare esperienza nelle radio locali di allora, il tutto poi è venuto da sé».
Come è approdato a Radio Sabbia?
«Nell’inverno ‘91/92. A quel tempo facevo parte dello staff di Radio Icaro e con Radio Sabbia ci si scambiava le “cassette” per gli spot. Ho conosciuto parte dello staff di allora della Sabbia e così ho fatto il grande passo».
Che cosa ha la musica anni ’70 e ’80 in più delle altre?
«Negli anni ‘70 e ’80, la musica era tutta da inventare. C’erano delle vere star che facevano musica, ma soprattutto un singolo durava delle intere stagioni in classifica. Adesso tutto corre, un singolo dopo 2 mesi è già bruciato e non ne rimane più traccia».
Fare il deejay oggi è ancora stimolante?
«Adesso, in discoteca, tutto è cambiato. Io personalmente suono ’70/80/90 per far ballare i “pubblico over” e devo dire che ci si diverte molto, perché noi “over” abbiamo ancora voglia di ballare e stare bene».
Cosa si sente di consigliare ad un giovane che vuole provare ad entrare in questo mondo?
«Con i software in circolazione in questi anni, chiunque può “fare il deejay”, ma manca comunque il background, cosa molto importante. L’errore più grande che fanno “le nuove leve” è che suonano per se stessi e non per il pubblico».
Nicola Luccarelli