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L’Ordine dei Medici ancora contro i colleghi no-vax, ma finora niente licenziamenti o radiazioni

Il presidente nazionale dell’Ordine dei Medici Filippo Anelli torna a tuonare contro i medici no-vax: “Via dagli ospedali: lo dice la legge”, dice oggi a La Repubblica. “Vanno trasferiti o licenziati”, intima. Mentre, sempre secondo il quotidiano, “le Asl verso una linea comune: chi rifiuta di immunizzarsi non potrà più lavorare a contatto con i pazienti”.

Sarà. Ma finora, nonostante i proclami che si succedono ormai da un anno – e che si sono moltiplicati nell’ultimo mese, da quando i vaccini anti-covid sono arrivati davvero – di fatti se ne son visti pochi. Come non si sono mai visti dei numeri esatti. Quanti sono i reprobi no vax? “Da nord a sud non sono più di 100”, aveva detto lo stesso Anelli il 29 dicembre scorso all’Ansa.

Per poi correggere il tiro il 25 gennaio parlando con l’Agenzia DIRE; a quella data i no-vax sarebbero spariti del tutto: “Con la campagna vaccinale per i sanitari in atto, siamo nella fase del richiamo, non ci sono più i no-vax, semmai alcuni rifiuti dovuti alla precauzione, ad un’eccessiva prudenza. Con un dibattito sul piano scientifico si può superare il problema, diverso il discorso se è un problema ideologico. Non è concepibile, in ogni caso, che un medico non voglia sottoporsi al vaccino. Con la Federazione degli Ordini delle professioni infermieristiche condividiamo la necessità di vaccinare e proteggere i pazienti ma sul territorio la situazione è a macchia di leopardo”.

Il 2 gennaio però evidentemente i medici no-vax erano ancora in circolazione, se Anelli si sentiva di dover diramare all’Adnkronos Salute: “I medici no vax sono quelli che negano la validità del vaccino. Questo è incompatibile con la professione. Non è una cosa possibile. I medici sono parte integrante della comunità scientifica. In questi casi l’Ordine interviene comminando sanzioni, che arrivano anche alla radiazione. Molti medici no vax – in passato – sono stati radiati”. Filippo Anelli, tornava però sul suo distinguo: “Diversa la questione di chi non vuole vaccinarsi”: cioè chi rifiuta, come aveva spiegato il presidente, per “un’eccessiva prudenza”.

Che siano stati “molti” i medici radiati, non risulta affatto: a livello nazionale si contano sulle dita di una mano e non in tempi recenti. Ultimamente alcuni Ordini regionali si sono mossi, ma nessuno ha radiato nè licenziato nessuno.

Per esempio l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Roma ha avviato procedimenti contro 13 dottori negazionisti del virus e no vax. In 10 hanno subito sanzioni dalla censura all’ammonimento; ma “alcuni si sono ravveduti e sono tornati sui loro passi”, aveva riferito il 28 dicembre scorso Antonio Magi, presidente Omceo Roma, sempre ad Adnkronos Salute. Precisando che nella storia dell’Ordine romano “nessun medico è stato radiato perché contrario alle vaccinazioni”. Inoltre: “Alcuni medici si sono pentiti per quello che hanno detto ai pazienti o scritto, altri hanno dato spiegazioni e fatto passi indietro”. Magi però aveva fatto allora sapere che “quasi il 70% (69,9%) dei medici del Lazio ha dato l’ok alla vaccinazione anti-Covid che è stata richiesta da parte delle aziende sanitarie. E mi dicono che anche a livello nazionale siamo su questo dato di adesioni alla campagna vaccinale che si è aperta ieri con il V-Day”. Un dato, quello di un medico su tre che riufiuterebbe la vaccinazione, anzi piuttosto allarmante.

Ancora più blanda la posizione dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Bologna. Che finora, riferiva l’ANSA il 3 febbraio, si è limitato ad annunciare che “valuterà provvedimenti disciplinari”.

Insomma siamo alle raccomandazioni o poco più. “Non sarebbe deontologicamente corretto e né rispettoso delle vittime da Covid-19, in particolare in questo momento storico, che da parte anche solo di pochi medici provenissero voci contrarie alla vaccinazione, non sostenute da alcune evidenze e basate solo su notizie non verificate e, peggio ancora, artatamente interpretate”, si leggeva in un documento redatto dalla Commissione Vaccini dell’Ordine Bolognese. “Se non vi sono controindicazioni individuali, che risultano ad oggi veramente rare, la vaccinazione deve essere effettuata”, si concludeva. Senza trarre ulteriori conseguenze.

Anche in provincia di Rimini, da sempre territorio fertile per i no-vax, numeri esatti non se ne conoscono. In passato due medici no vax qui avevano subito sanzioni, ma la pandemia non era ancora alle viste. Il presidente dell’Ordine Maurizio Grossi nel dicembre scorso aveva parlato genericamente di “buona risposta” da parte dei medici, stigmatizzando però che fra il personale sanitario delle RSA riminesi la disponibilità a vaccinarsi non superasse, di nuovo, quel fatidico 70%. 

E fin qui si è parlato infatti di solo di medici. Quale sia l’atteggiamento di assistenti, infermieri, farmacisti e di tutto il variegato mondo della sanità, al momento non è dato a sapersi. Non almeno in base a dei numeri ufficiali.

Tutti concordano però su di un fatto: senza un’apposita legge dello Stato sarà impossibile imporre l’obbligo di vaccinazione, quale sia la forma giuridica che possa avere. E’ ormai chiaro che gli Ordini professionali non si spingeranno mai nel procedere autonomamente in questo senso. Un nodo in più che il prossimo governo dovrà certamente sciogliere.

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