Mentre proseguono serrate le indagini per identificare il branco che a Rimini si è abbandonato alla violenza più bestiale, c’è qualcuno che ha già in mano foto, nomi e cognomi. Essendo quel qualcuno una giornalista, si tratterebbe di uno scoop niente male, oltre che un bel progresso per l’inchiesta. Autrice del colpaccio, Chiara Giannini, collaboratrice di Oggi e Il Giornale, che “ha un unico maestro: Oriana”: sulla sua pagina Facebook ha postato una foto dei “4 stupratori di Rimini”, commentando “Belle faccine, sì. Se li vedete? Per me potreste iniziare a portarli in piazza, davanti agli italiani“.
Se non che, come ha scoperto la blogger dipocheparole su Nextquotidiano, “quella foto è tratta da un articolo di Riminitoday pubblicato il 22 marzo 2016 nel quale si racconta dell’arresto di un gruppo di persone di nazionalità tunisina (e dell’accusa nei confronti di un egiziano nel frattempo espulso) che “rifornivano di eroina, cocaina e hashish i tossicodipendenti della città“.
A dire il vero, non tutti ci cascano: “Tra i commenti, in mezzo a molti che si augurano varie punizioni corporali (e un commento su cinque nomina la Boldrini), c’è anche chi si è accorto che qualcosa non quadra: “Siamo sicuri non sia una bufala? Ansa e Corriere dicono che gli inquirenti sono ancora alla ricerca e questa sembra una foto di un vecchio comunicato di RiminiToday. Forse prima di creare false speranze, bisognerebbe verificare le proprie fonti…”.
Verificare le fonti? Buona questa. Una così ghiotta foto sta già viaggiando a vele spiegate anche su Twitter, (e anche da Alessandro Meluzzi, psichiatra ed ex parlamentare di Forza Italia), con opportuno codazzo di condivisioni e commenti.
Però la giornalista non è l’unica ad aver preceduto gli inquirenti. Fra coloro che possiedono e diffondono le foto degli stupratori c’è anche la pagina Facebook Sardegna punto e basta:
Queste foto, invece, “pubblicate da un consigliere sardo di Forza Italia”, ritraggono “due cittadini del Gambia che sono stati arrestati per una violenza ai danni di una loro connazionale dentro un centro d’accoglienza, a Barcellona Pozzo di Gotto (in provincia di Messina) qualche tempo fa”. Nel costruire il falso, nemmeno l’accortezza di distinguere i magrebini dai centro-africani.
E tanti saluti al lavoro degli inquirenti, quelli veri; non avessero abbastanza problemi, devono anche smentire che quelle immagini siano identikit dei veri stupratori. Gli unici a guadagnarci da questo polverone.
Non è vero che l’informazione e la politica, e l’umanità tutta, non siano mai scesi a livelli tanto bassi. Il peggio appartene a ogni epoca e a ogni luogo. Né è colpa dei social o del mondo in cui viviamo ora. Il baratro è senza fondo. ieri, oggi e domani.
Ma ieri e oggi e domani, che schifo.
Stefano Cicchetti