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L’Italia e l’animal welfare

Quando si parla di animali si parla sempre più di Animal Welfare. Ma cosa significa? Per Animal Welfare s’intente il benessere animale e quanto un paese faccia per esso, non solo per gli animali d’affezione ma anche per tutti gli altri.

Questo concetto è nato nel 1824 da Richard Martin, uomo politico e attivista inglese che fondò la prima organizzazione al mondo per il benessere animale, ma un vero e proprio dibattito sul benessere animale risale al 1964 quando Ruth Harrison  pubblicò il libro: Animal Machine sollevando la questione del benessere animale negli allevamenti intensivi.

Nel 1978 a Parigi il 15 ottobre viene dall’ Unesco redatto un documento che si chiama Dichiarazione universale dei diritti dell’ animale.

Nel 1979 il Farm Animal Welfare Council ha stabilito le quattro libertà per gli animali negli allevamenti:

1. Libertà dalla fame e dalla sete; 

2. libertà dal disagio; 

3. libertà dal dolore, lesioni e malattia;

4. libertà dai manifestare il proprio comportamento specifico;

5. libertà da paure e stress. 

E in Italia come siamo messi con il Animal Welfare? L’Italia cerca di tenersi al passo con i tempi e spesso li anticipa.

Il 13 novembre del 1987 ha firmato con l’ Unione Europea un trattato del consiglio d’Europa per garantire agli animali da compagnia degli stantard minimi di protezione con il decreto legislativo n 281/1991.

Ricordiamo che fino al 1991 i cani custoditi nei canili dopo un certo periodo venivano soppressi, ora non è più così. Purtroppo questa pratica è ancora in vigore in molti paesi, anche europei.

Il primo arresto in Italia per maltrattamento è avvenuto nel 2006 e nel novembre 2017 ha approvato un disegno di legge per vietare gli animali da circo nell’anno successivo; mentre nel 2018, inseguito alla morte del cane Kaos che ha salvato molte vite durante il terremoto dell’agosto 2016, gli attivisti   per i diritti degli animali hanno chiesto i diritti civili rafforzati per gli animali non umani.

Per arrivare ad un anno fa: il parlamento ha approvato la legge per modificare la Costituzione Italiana ed includere la salvaguardia sia degli animali che dell’ambiente naturale.

Ma la strada è ancora lunga!

Fonte: il libro di Salvatore Cappai: Diritti a 4 Zampe

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