La Lista Uniamo Riccione critica l’imponente mole di manutenzioni e rifacimenti a ridosso delle elezioni amministrative del Comune di Riccione, i cosiddetti “asfalti elettorali” che interessano anche i lavori lungo il Viale San Martino.
“Era solo la fine di novembre 2021 quando l’amministrazione Tosi annunciava che avrebbe iniziato i lavori lungo il Viale San Martino. 8 anni di governo per arrivare gli ultimi sette mesi ad impegnarsi nella riqualificazione o anche l’ordinaria manutenzione di una serie più che numerosa di spazi pubblici. Una maratona senza precedenti di manutenzioni e rifacimenti a ridosso delle amministrative, che fa crescere un senso di fastidio e di malessere, più che di soddisfazione.
Nasce il dubbio che tutto questo trambusto cittadino non sia altro che un’accurata orchestrazione elettorale, con tanto di riflettori e di gran cassa per mostrare più di quello che si è fatto e nascondere invece molto vuoto precedente a questo ultimo anno, un anno fatto anche di altro apparato illusorio: rendering, asfalti, promesse ed autocelebrazioni, mai viste fino ad oggi.
A fine novembre 2021 fu organizzato un incontro aperto solo a pochi in cui il sindaco spiegò che questo intervento non era stato possibile prima perché non vi era denaro. Ora ci si dovrebbe chiedere come all’improvviso ne sia arrivato tanto e cosa in realtà noi cittadini dovremo pagare per meritarci ciò che sarebbe stato un nostro diritto ricevere molto prima.
Di fatto, lasciando stare la quantità di impegni disseminata ed ancora in essere in tutta la città, possiamo affermare che la promessa di terminare i lavori del Viale San Martino entro la Pasqua non sia stata mantenuta; a metà del mese di maggio ancora la strada è completamente bloccata, e le piante, più di dieci quelle eliminate lungo il Viale, ancora non sono ancora state messe a dimora. Solo due esili tamerici sono all’improvviso spuntati davanti alla pensione Bolognese.
Guardando la dislocazione degli appositi stalli, non sarà facile vedere altro che filiformi piantumazioni o cespugli, chi infatti aveva alberi di fronte alla propria attività, avrà difficoltà a non continuare a curare il proprio orticello come di consuetudine e spingerà per evitare la piantumazione di un albero di pari dignità a quello eliminato. L’amministrazione non potrà non andare incontro a certi egoismi in questo momento.
I disagi nel Viale sono un fatto che è durato tutto l’inverno e se quest’anno abbiamo rinunciato agli abbellimenti natalizi, abbiamo dovuto soprassedere anche a quelli pasquali. Le attività sperando in un rendering che prometteva “ci faremo belli” hanno accettato i disagi recati dalla chiusura della strada per i lavori in corso per mesi con tanta pazienza.
Ci si chiede quando si arriverà alla fine dei lavori e come queste opere, realizzate a singhiozzo e tuttavia in fretta ed in furia verranno portate a termine.
La parte centrale del Viale realizzata in asfalto, rende la via più simile ad una corsia autostradale che ad una strada turistica di percorrenza turistica. I mattoncini di porfido che rappresentavano un arricchimento urbano della pavimentazione dell’intera zona pedonale, sono stati eliminati e gettati, mentre in un’ottica di buon senso e di buon gusto avrebbero potuto essere riutilizzati per realizzare la corsia centrale, creando così un raccordo con la piazzetta San Martino, con il Piazzale San Martino l’imbocco del Viale Gramsci e del viale Cairoli che al momento rimarranno realtà a sé stanti staccate dal nuovo contesto urbano.
Anche la parte alta del Viale San Martino, quella che dall’incrocio Trento Triste/San Martino arriva alla ferrovia non è stata oggetto di interventi. I grandi pini, che evidentemente come molti di quelli abbattuti non hanno bisogno di prove di tensione, non sono neppure stati potati.
Abbiamo aspettato tanto, tanto valeva attendere un po’ più a lungo e vedere realizzare un progetto complessivo e ben strutturato di tutta la zona, un progetto imprescindibile dalla necessità di realizzare parcheggi e spazi che ad oggi sono ancora da comprendere o inventare.
Pensavamo fosse finita l’era degli asfalti elettorali, ci rendiamo invece conto che non solo c’è chi ha imparato tanto dal passato in questo senso, ma può anche arrogarsi il titolo di insegnare a chi verrà l’arte di creare “eventi” elettorali e forme di propaganda in maniera magistrale.”