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Linea Gotica, 320 chilometri da raccontare uno per uno

Andrea Santangelo: “Andare per la Linea Gotica” – Il Mulino.

Un libro strano, dedicato ad uno dei momenti salienti della Seconda Guerra Mondiale in Italia, lo scontro sulla Linea Gotica. Più che un saggio storico, un racconto per accompagnarci lungo i 320 chilometri di questa linea difensiva tedesca contro l’avanzata degli Alleati dal sud, da Marina di Massa sul Tirreno a Pesaro sull’Adriatico. Narrandoci alcuni dei momenti centrali dello scontro militare durato da fine agosto 1944 alla primavera del 1945. Con l’occhio rivolto solo, o prevalentemente, alle vicende militari così come dal 1980 Amedeo Montemaggi con il suo volume “Offensiva della Linea Gotica” (Guidicini e Rosa) iniziò a fare.

Santangelo ha dichiarato: “La storiografia sulla linea gotica, dopo la morte dello storico Amedeo Montemaggi, è stata veramente scarsa”. Non è vero, semmai gli orizzonti storici con cui si è guardato a questo scontro si sono allargati, così come dimostrano gli studi e le ricerche proposte dagli Istituti Storici della Resistenza (l’ultimo grande convegno internazionale si è svolto proprio a Rimini dal 20 al 22 ottobre 2014): “Comunità in guerra sull’Appennino. La Linea Gotica tra storia e politiche della memoria” a cura di Mirco Carrattieri e Alberto Preti edito da Viella nel 2018.

I saggi raccolti in questo volume, e presentati al Convegno riminese, fanno il punto sugli studi dedicati alla Linea Gotica, valorizzando percorsi di ricerca già avviati e indicandone altri, a partire dalla relativa marginalità della Gotica nel contesto della guerra in Europa, ma anche dalla sua unicità in termini di durata. In questa prospettiva, i saggi mettono a fuoco il tema della guerra combattuta e delle esperienze di guerra; l’azione del movimento di Resistenza, fra guerriglia e controguerriglia, fra affermazione e limiti del contropotere partigiano in territorio occupato e difficili rapporti con gli Alleati; le politiche di gestione dei territori da parte delle truppe occupanti, con particolare attenzione ai rastrellamenti, all’evacuazione coatta, alle violenze sulla popolazione civile; e le difficili pratiche di sopravvivenza da parte dei civili in quel sistema di potere vanificato o stravolto.

E’ pur vero che però in quel convegno diversi relatori posero il problema di una rinnovata stagione di studi sulla strategia militare sia dei tedeschi che degli Alleati, superando e andando oltre le ormai tante cronache locali di quei terribili mesi in Toscana ed in Emilia-Romagna.

Santangelo in questo suo nuovo lavoro (aveva già edito per Bookstones nel 2019 il volume “Generali e battaglie della Linea Gotica”) ci offre una sintesi selezionata, in sei capitoli, dei momenti clou dello scontro sulla Linea Gotica: Rimini, la grande battaglia; Verso Ravenna e il fiume Po; Da Monte Altuzzo a Bologna: il settore centrale della Gotica; Marzabotto-Monte Sole e Sant’Anna di Stazzena: il cammino nella sofferenza; Verso la Garfagnana: l’ultima offensiva italo-tedesca della guerra.

In apertura Santangelo pone un problema che ormai da qualche decennio ritorna periodicamente: “i cimiteri legati alle battaglie combattute lungo la Linea Gotica divenuti dei veri e propri luoghi dell’anima” e poi “l’intero arco appenninico che va da Massa a Carrara a Pesaro è un grande ‘contenitore’ delle memorie storiche della Linea Gotica: monumenti, epigrafi, musei, iscrizioni, lapidi, sacrari, ossari, sacelli, bunker, trincee, crateri di bombe, edifici bombardati e mai restaurati, basamenti di cemento armato per torrette di carri armati e ponti Bailey, oltre che ovviamente la toponomastica e la odonomastica”. Scusatemi, ma per quest’ultimo termine sono dovuto ricorrere al dizionario: “Lo studio dei nomi delle strade dal punto di vista storico e linguistico”.

Il problema è riuscire a creare un “sistema” ordinato che conduca i visitatori lungo questi luoghi della memoria: ci hanno provato più volte le due Regioni, ci ha provato l’ENIT, ci hanno provato diversi ministeri assieme a Comuni e Province, ma non si è mai riusciti ad arrivare a nulla. E dunque bene fa Santangelo a riproporre ancora una volta la questione.

Una sintesi delle due diverse strategie militari spigolando qui e la dal testo di Santangelo: “Kesserling adattò il proprio esercito alla configurazione orografica italiana, utilizzando ogni monte, picco, anfratto, fiume, fosso e villaggio come baluardo difensivo, costringendo così gli Alleati a una lenta, snervante e sanguinosa risalita della penisola”. “La Gotica fu un grande successo militare, dato che tenne inchiodati gli Alleati dal luglio del 1944 all’aprile del 1945”.

“I tedeschi sapevano di avere poche truppe a disposizione, pertanto dovevano basare la loro difesa sul concetto di movimento e di elasticità; e sull’utilizzo di forze poco numerose, ma efficienti”. “Il sistema di addestramento tedesco lasciava ampia libertà di manovra ai subordinati, favorendo così lo sviluppo dell’iniziativa ‘in tempo reale’ sul campo di battaglia”.

“Negli eserciti alleati questo non avveniva e la catena di comando veniva rispettata pedissequamente”. “Tale ‘rigidità’ degli Alleati nel prendere decisioni tattiche veniva ampiamente compensata dal vantaggio numerico in termini di truppe, navi, aerei, carri armati, mezzi, rifornimenti e rimpiazzi di cui essi disponevano rispetto ai tedeschi”.

“I civili pagarono un terribile prezzo in vite umane e il territorio fu letteralmente devastato”.
“Oltre un milione di soldati dimenticati in un fronte ormai secondario diede vita a uno degli scontri più epici della storia militare”: i tedeschi schieravano 300.000 militari, più altri 400.000, per lo più italiani, nelle retrovie con compiti di presidio del territorio, antipartigiani e di seconda linea. Gli Alleati (l’8. armata inglese e la 5. Armata americana) fra militari in prima linea (il 50%) e truppe di supporto schieravano 1.580.000 uomini. Sulla Gotica, inoltre, operarono attivamente, nelle varie formazioni, almeno 20.000 partigiani armati.

Leggere i numeri delle stragi operate dai tedeschi sui civili è sempre terribile: a Sant’Anna di Stazzema il 12 agosto 1944 560 persone, fra cui 130 bambini, furono massacrati da due compagnie di SS; fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 fra Monte Sole e Marzabotto, sempre da parte di reparti delle SS, vennero trucidati 770 persone, fra cui 217 bambini e adolescenti.

Infine Santangelo, non certamente per la venuta in questi giorni del Presidente brasiliano Bolsonaro e del suo accompagnatore Salvini, ci racconta la storia (peraltro poco conosciuta) delle truppe brasiliane in Italia. Il governo brasiliano inviò in Italia a settembre 1944 una divisione di fanteria, equipaggiata ed addestrata dagli americani, composta di 25.000 militari. Essi presero parte, assieme ai militari della 5. Armata americana, sul Tirreno a diversi scontri con i tedeschi sulla Gotica, direzione Bologna. Furono 457 i brasiliani caduti sulla Gotica.

Paolo Zaghini

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