Linda Gemmani, presidente della Fondazione Carim, ha diffuso oggi questa dichiarazione:
Quanto letto in questi giorni sulla stampa locale, al di là della rispondenza o meno al vero di talune affermazioni, segnala a suo modo, ancora una volta, quanto sia sentito il ruolo di Banca Carim per il territorio e per l’economia riminese.
La Cassa sta vivendo una fase importante: deve affrontare un piano di ripatrimonializzazione decisivo ai fini del suo percorso di ripresa e di posizionamento futuro.
E’ dunque una situazione che, per trovare l’auspicata positiva soluzione, richiede grande coesione tra tutti i soggetti e le forze che considerano Carim un ‘bene comune’ della collettività.
Dire ‘Cassa di Risparmio’ e dire ‘Fondazione’ non è appena alludere a dei marchi, a dei simboli, sia pur di storica tradizione. E’ parlare di strumenti di servizio – pur in una rigorosa autonomia e diversità di compiti – ad una pluralità di soggetti, ad un intero tessuto locale. Dietro al logo di Carim ci sono decine e decine di migliaia di clienti, correntisti, soci, piccoli risparmiatori, dipendenti, affidatari, obbligazionisti, una realtà composita e vitale di famiglie, artigiani, imprese, professionisti, esercenti, un vero e proprio pezzo trainante di vita riminese. Parimenti dietro alla Fondazione vi è una miriade di organizzazioni attive nel sociale, nella cultura, nella formazione, che contribuiscono insieme a rendere più vivibile e più umanamente ricca e solidale la comunità locale.
Quando si dice ‘Cassa’, si dice soprattutto questo grande ‘patrimonio economico’ nel senso più ampio e pieno del termine.
Perciò – specie in un passaggio delicato come l’attuale – non si può sottacere che il primario dovere di chi ha a cuore quel patrimonio dovrebbe essere quello di cooperare al meglio per favorirne la salvaguardia secondo le modalità oggi possibili.
Questo è il momento in cui ognuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità. Mi auguro e sono sicura che nessuno vorrà sottrarsi a quello spirito di collaborazione e di unità d’intenti che è la condizione previa necessaria perché Rimini possa affrontare insieme, come già accaduto nel 2012 sia pur in forme e contesti differenti, la sfida del rilancio della sua principale e tradizionale banca di riferimento.