Caro Babbo Natale,
non ti assillerò anch’io con l’interminabile elenco di amici e parenti a cui far visita, perché, come vedrai, di richieste-dono ne ho pochissime.
La consegna più urgente dovresti farla a Cattolica. Quando la tua slitta sorvolerà il Municipio, lascia cadere al Sindaco – possibilmente in testa – il celebre Galateo overo de’ costumi di Monsignor Della Casa, un testo di cui il Gennari ha urgente bisogno. Perché è vero che fra i “grullini” la volgarità costituisce titolo preferenziale, rendendo chi la pratica (basta guardare “il Dibba”) ancor più ad immagine e somiglianza del Grillo padrone e tenutario del partito. Ma un sindaco che una volta mandi testualmente «affanculo» gli avversari durante una conferenza stampa, e un’altra si rivolga in pieno Consiglio Comunale ad un esponente della minoranza con un «ma che cazzo ridi?», più che a “cinque stelle” fa pensare a…“cinque stalle”.
Ben diverso è invece il garbo di cui fa mostra il suo “grillume di governo” nei confronti di quel mondezzaio chiamato Forza Nuova, la cui repellente presenza a Cattolica ha goduto di graziosa “ospitalità comunale” nell’ultimo anno. Un garbo che è arrivato perfino a far mancare un qualsiasi segno di solidarietà verso il Consigliere Vaccarini del PD, che per il solo fatto di essersi pronunciato a favore dello “Ius soli” ha ricevuto una minaccia di inaudita violenza – «va impiccato come un traditore» – da uno di quei lugubri pagliacci in camicia nera che albergano nella fogna neofascista. Naturalmente questo non significa che Gennari e compagnia nutrano simpatie politiche per quegli orridi figuri: la loro è stata soltanto una delle molte manifestazioni di opportunismo, scarsa sensibilità e codardia che caratterizza il bamboccino Di Maio e la sua ghenga su quel grande tema di civiltà rappresentato dallo “Ius soli”.
Di già che ci sei, caro Babbo Natale, fa’ il favore di compiere a Cattolica anche una seconda operazione umanitaria, regalando due libri – Grammatica Italiana per tutti e Compendio di sintassi italiana – ad un tal Varotti, “portavoce sui generis” di colui che incredibilmente occupa oggi l’Ufficio che fu di Sindaci del rango di Sergio Grossi, Franco Mazzocchi, Gianfranco Micucci.
Passi che il Varotti detenga il record di essere in Italia l’unico “portavoce non giornalista”, avendolo il sodale Gennari chiamato a questa specifica funzione (anzi, “finzione”) giornalistica perché fortemente colpito dal suo curriculum, che ne rimarca le passate doti di venditore (ovviamente internazionale, che diamine!) di adesivi a contatto e schiume poliuretaniche. Ma uno che comunque funga (o anche soltanto “finga”) da portavoce, dovrebbe almeno saper scrivere in un italiano da scuola media inferiore, dando una certa conseguenzialità e continuità ai pensierini, ancorché piccoli e semplici; evitando inoltre di cospargerli di virgole, punti e maiuscole “un po’ come viene”, a guisa di prezzemolo su di un risottino di mare.
Lasciata “la Regina”, ti suggerirei una sosta in due tempi al Comune di Riccione. Qui la Sindaca Tosi, come saprai, ha emanato un’ordinanza draconiana per “togliere dalle balle” i poveri disgraziati che rovinano il clima festaiolo chiedendo l’elemosiana in questo periodo natalizio. Siccome lei s’è dichiarata «una cattolica praticante», dicendosi sorpresa e amareggiata dalle reazioni non entusiastiche della Diocesi, tu prima le leggerai la Lettera di Natale del Vescovo di Rimini, sottolineando il passaggio in cui Mons. Lambiasi «invita i fedeli e tutti gli uomini di buona volontà ad accogliere un povero in casa, in famiglia, in occasione del Natale e condividere una giornata così speciale con i fratelli che sono nel bisogno». Dopodiché le eventualità saranno due: o lei, appena tu avrai finito di leggere, prenderà quell’ordinanza e la butterà nel cestino, e in tal caso le farai un sacco di complimenti e le riempirai il tavolo di dolcetti natalizi; o sarà rimasta del tutto indifferente, e allora tu le regalerai un biglietto per Como – possibilmente di sola andata – dove si troverà in perfetta sintonia con quel bel gingino del sindaco lariano, balzato al disonore delle cronache per aver deciso di multare non solo chi fa l’elemosina ai poveri, ma perfino chi li assiste offrendo loro cibo o altri generi di sussistenza.
Conclusa la tua consegna nella Perla Verde, vola senza indugio a Rimini, per portare conforto ad uno dei cinque o sei leader della “sinistra che più sinistra non si può”. Ma non un conforto politico, bada bene, bensì un “conforto termico”. Che so: una coperta, o un paio di guanti, o un piumino imbottito. Io ero infatti convinto che SI fosse l’acronimo di Sinistra Italiana e non di Sinistra Infreddolita, come mi è invece apparso chiaro una decina di giorni fa, vedendo sui giornali la foto della conferenza stampa di presentazione del LEU nostrano, dove il coordinatore riminese di SI, Fortunato Stramandinoli, è ritratto con un’ostentata “scuffia” in testa. Ora, è chiaro che ci si espone ad una simile gabbiettata solo se si bubbola dal freddo, non certo per l’esibizionismo di sembrare figo. Di fianco a lui, nella foto, se la ride divertito il sapientino Giovanni Benaglia, al quale potresti far dono di una mega-confezione di fosforo, che fa bene alla memoria. Sì, perché Benaglia, in quella conferenza stampa, ha affermato che al PD sarebbero venuti a mancare «Aeradria (…) e Fondazione Carim», quali presunti «centri di potere da spartirsi (…) con il centrodestra a Rimini»; scordandosi che lui, quand’era nel detestato PD, è stato revisore dei conti in Aeradria e Consigliere Generale di Fondazione Carim, non certo designato dalla tua collega Befana.
Più a sinistra di tutti, come è giusto che sia, è ritratto in quella foto anche Giuseppe Chicchi. Io che credo di conoscerlo un po’, lo stimo e so che fra le sue tante doti non manca l’autoironia, vedendogli quel sorrisetto beffado, giurerei che stesse pensando: “Ma guarda un po’ chi mi tocca prendere su! L’avessi saputo prima, oggi avrei fatto venire al mio posto Biagini, che ci teneva tanto”.
Nando Piccari
