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Lettera a Luca Cevoli aspettando la Befana di Riccione

Caro Cevoli,

Natale è passato. Ci rimane ancora l’Epifania per indirizzare i nostri desideri, pur sapendo che non arriveranno solo doni ma anche talvolta del carbone. Non saremo certo noi ad influenzare le decisione della Befana nel portarle qualche dono, almeno nel pensiero, ma cogliamo l’occasione per ricordare a tutti noi ciò che è successo, negli anni, sull’imposta di soggiorno a Riccione.

E’ di pochi giorni fa l’approvazione del bilancio del Comune di Riccione. In quell’occasione il sindaco Tosi e la sua maggioranza, di centro destra, ha ritoccato al rialzo l’imposta di soggiorno per i clienti delle strutture ricettive cittadine.

Forse siamo stati disattenti, ma non abbiamo ascoltato nulla da parte dell’Associazione che Lei dirige, se non una nota stampa, molto blanda che denuncia anche la poca trasparenza di come vengono utilizzati i milioni di euro incassati dall’imposta.

Lei ricorderà bene i toni che AIA Riccione ha usato quando è stata istituita per la prima volta l’imposta di soggiorno nel 2013.

Una “gremita” assemblea degli albergatori dove sono state “deliberate” sette proposte:

  1. manifesti in hotel per informare i turisti su quali partiti hanno voluto l’imposta
  2.  manifestazioni pubbliche in piazza da concordare con Federalberghi;
  3. rottura di tutti i rapporti con la giunta e abbandono dei tavoli di lavoro
  4. sospensione degli acquisti verso i fornitori che abbiano in qualche modo un nesso con assessori e consiglieri comunali che voteranno per la tassa.
  5. impugnazione al TAR del regolamento dell’imposta di soggiorno
  6. obiezione fiscale col rifiuto a raccogliere l’imposta dai clienti.
  7. declassamento di tutte le strutture ricettive ad 1 stella.

Immaginiamo ricordi quel proclama. Comunque per rammentarlo meglio, lo pubblichiamo. Mancava solo un ottavo punto, che era la destituzione del sindaco e la nomina di un commissario da parte degli albergatori.

Lei, direttore Cevoli, ricorderà anche la dichiarazione che fece il suo presidente di allora, Bruno Bianchini: “Resta il fatto che la decisione di applicare la tassa di soggiorno è una decisione politica e non legata al bilancio. E questo non è un segreto per nessuno.”

Ebbene, cosa è cambiato da quel proclama di sette punti ad oggi? Lei ricorda quando l’attuale sindaco Tosi era in prima fila, come esponente dell’opposizione, a sostenere la battaglia contro l’imposta di soggiorno?

Lei sicuramente ricorda la sua intervista ad una radio locale, nell’ottobre del 2015, quando il sindaco Tosi vi comunicò che l’imposta di soggiorno non sarebbe stata abolita: “La notizia non è stata certo accolta con l’applauso dai presenti – racconta il direttore dell’Aia Luca Cevoli – ma il sindaco ha motivato la decisione dicendo che al momento è un’entrata strutturale di cui il comune non può fare a meno”.

Quindi in un anno siamo passati da una “scelta politica senza ragioni di bilancio” ad una scelta di cui il comune non può fare a meno”.

Ripetiamo, non vogliamo influenzare la Befana. Saprà donarLe il meglio per la sua coerenza.

Ma Lei ritiene di poter continuare a svolgere la sua funzione da direttore facendo finta di nulla? Non ritiene di dover fare delle scuse all’ex sindaco Massimo Pironi?

Non attendiamo una risposta. Ma un gesto, anche piccolo, potrebbe fugare parecchi interrogativi.

L’Arciunès

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