Con il passaggio del comune di Montecopiolo, (avvenuto il 17 giugno 2021) dalla provincia di Pesaro e Urbino alla provincia di Rimini, si aprono nuovi scenari di sviluppo anche per il settore dell’agricoltura.
Montecopiolo è il comune più alto della provincia di Rimini per altitudine del punto in cui è situata la casa comunale (915 mt.) per poi spaziare dai 300 ai 1406 mt. di altitudine.
Con i suoi 1.066 abitanti (01/01/2021 – Istat) occupa un territorio di 3.581 ettari con una densità di 29 abitanti per Kmq (circa la metà) rispetto a quelli che sono i numeri legati agli altri sette comuni montani dell’Alta Valmarecchia (Casteldelci, Pennabilli, Sant’Agata Feltria, San Leo, Novafeltria, Maiolo e Talamello), dove all’interno di una superficie di 32.858 ettari trovano spazio 16.810 persone con una densità media di 51 abitanti per Kmq.
Tutto il territorio di Montecopiolo, ci dice l’agronomo Leonardo Sacchetta, in base ai regolamenti comunitari e nazionali, è classificato come “montagna interna” perché le zone di montagna sono comprese tra le aree svantaggiate e sono individuate così come previsto da: articolo 3 Direttiva Europea 268 del 1975, Regolamento Europeo numero 1305 del 2013 e Regolamento CE numero 1698 del 2005 paragrafo3.
Ai 22.000 ettari di superficie agricola totale dei sette comuni vanno ad aggiungersi altri 2.513 ettari (quelli del comune nuovo entrato) ed alla superficie agricola utilizzata di 10.317 ettari, Montecopiolo porta in dote altri 1.863 ettari di SAU. (superficie agricola utilizzata)
Come per i sette comuni dell’Alta Valmarecchia, dove abbiamo assistito negli ultimi anni ad una pesante contrazione del numero di aziende agricole, (tanto che sono quasi dimezzate), passando da 701 unità alle attuali 426 aziende agricole, anche per Montecopiolo come in quasi tutte le aree montane c’è stato un inesorabile e continuo declino che vede, ora, la presenza di circa 90 aziende agricole (dove il 60% di esse ha mediamente tra i 6 ed i 30 ettari di superficie), di queste, 15 aziende agricole allevano bovini (n. 3 latte e n. 12 carne) e 14 allevano ovini (12 carne e 2 latte) di pari numero n. 14 aziende agricole allevano suini (12 ad uso familiare n. 2 da ingrasso).
Ad una prima lettura dei dati prosegue l’agronomo Sacchetta, emergono le difficoltà di questo nuovo comprensorio territoriale ma, precisa, non dobbiamo farci sfuggire le enormi potenzialità che ha in se.
Il comune di Montecopiolo è andato ad arricchire tutto quell’ insieme di bellezze storiche, culturali ambientali, paesaggistiche, sportive, alimentari che porteranno ancora più visitatori “attenti” alla ricerca del bello e del buono.
Un territorio, in grado di avere prodotti di altissima qualità come le carni (dove il bestiame per buona parte dell’anno vive all’aperto sui pascoli montani), i formaggi, i salumi, il miele, le farine, il latte, i cereali, le patate ecc. non deve più rimanere nell’anonimato ma deve “marchiare” ciò che produce, distinguersi e dare un’opportunità di scelta al consumatore.
Ora, con Montecopiolo, abbiamo otto comuni montani, che possono fare squadra e potenziare le sinergie nel campo delle eccellenze agroalimentari, proporsi così ai consumatori ed andare sui mercati con un unico logo che potrebbe essere:
” Prodotto di montagna” Valmarecchia – Montefeltro
Siamo l’unico comprensorio in provincia di Rimini (e quindi nessuno potrà imitarci) che potrà fregiarsi dell’ indicazione “prodotto di montagna” perché la dicitura può essere apposta nell’etichetta dei prodotti alimentari a condizione che:
- sia le materie prime sia gli alimenti per animali provengano essenzialmente da zone di montagna;
- nel caso dei prodotti trasformati, anche la trasformazione abbia luogo in zone di montagna.
Abbiamo, ora, in questo territorio, un’oasi di eccellenze, tenute assieme, dalla laboriosità di 135 aziende agricole biologiche con una superficie di quasi 4.000 ettari a colture biologiche, un territorio, che tramite filiere corte potrà così integrarsi e stringere un forte legame tra agricoltura, sport e turismo.
Solo così e termina Sacchetta l’agricoltura di montagna, come quella praticata nei territori dei comuni di Montecopiolo, Casteldelci, Pennabilli, Sant’Agata Feltria, San Leo, Novafeltria, Maiolo e Talamello, pur tra mille difficoltà, può tornare a produrre reddito, così come sta avvenendo in altre parti, quindi porre il “MARCHIO” sui prodotti alimentari che vengono fatti in questo territorio è fondamentale.