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Legge regionale sul gioco, tantissime tabaccherie rischiano la chiusura

La maggioranza dei tabaccai sono preoccupati per il loro futuro dopo la delibera della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna, che in applicazione della legge regionale sul gioco n.5/2013, ha imposto a partire dal 1 gennaio 2020 l’obbligo di cessazione di tutti i corner per la raccolta delle scommesse (come ad esempio Lottomatica e Sisal) annessi agli esercizi commerciali, tra cui le tabaccherie, ubicati ad una distanza inferiore dai luoghi reputati sensibili quali scuole, ospedali, luoghi di culto, impianti sportivi, luoghi ricettivi per categorie protette e luoghi di aggregazione giovanili. In particolare, le distanze minime previste dalla legge sono pari a 500 metri. Facile immaginare che in raggio tale siano tantissime le tabaccherie a incontrare un luogo sensibile. Questo vale per le grandi città e ancor di più per le piccole e medie.

I tabaccai non contestano l’impegno contro le ludopatie, ma l’applicazione della norma alle attività accessorie inserite in esercizi come i tabaccai. Le associazioni fanno notare che contrariamente ad altre attività ludiche come ad esempio le sale bingo che si possono spostare in altre parti del territorio comunale libero, questo non può avvenire per i tabaccai, che sono vincolati a regole di distanziamento tra le varie licenze dei monopoli.

Le organizzazioni dei tabaccai fanno inoltre notare che i corner dei giochi attivi nei loro esercizi hanno controlli puntuali sull’età dei giocatori, oltre a sottolineare come le vera piaga del gioco è dato dai siti on line, il più delle volte irregolari, che supera ogni norma statale o regionale italiana. Si tratta di siti web ubicati in paesi esteri che sfuggono a qualsiasi regolamentazione e controllo.

I sindacati dei tabaccai hanno cercato di sollecitare una proroga al presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, oppure una legge regionale che escluda i corner dei tabaccai dalle norme di distanziamento dai luoghi sensibili. Le regioni Campania e Calabria hanno già deliberato in tal senso.

In mancanza di un intervento, urgente, da parte della Regione, vi è il rischio chiusura di alcune attività di tabaccaio o la riduzione del personale.

Negli ultimi anni le tabaccherie stanno cercando di stare sul mercato unendo varie attività, come ad esempio edicola e/o pubblico esercizio. Con questo norme il rischio è di vedere vanificati gli sforzi di innovazione per continuare a mantenere le attività di tabaccheria. L’attività, infatti, non è più redditizia come un tempo, inoltre richiede grande impegno da parte dei gestori.

E’ abbastanza paradossale, sottolineano i sindacati del settore, che da una parte vi sia l’impegno da parte delle istituzioni per arricchire l’offerta delle edicole per consentirle di continuare l’attività, insostenibile in molti casi con la sola vendita dei giornali, mentre contemporaneamente le stesse istituzioni tolgano attività accessorie alla tabaccherie con il rischio di farle chiudere.

Anche i bar che hanno nel gioco un reddito aggiuntivo sono preoccupati di queste norme.

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