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Legacoop Romagna: “Una calamità naturale di portata storica, serve una legge speciale con massima urgenza”

In un momento in cui gli effetti devastanti delle alluvioni che hanno colpito la Romagna nelle giornate del 2, 3, 4 e poi 16, 17 e 18 maggio, non sono ancora esattamente quantificabili, Legacoop Romagna è già nelle condizioni di affermare che le cooperative interessate dal maltempo sono oltre un centinaio. Si tratta di imprese che operano nei settori dell’agroalimentare, servizi, costruzioni, industria, trasporti e logistica, sociale, culturale, turismo, pesca e grande distribuzione organizzata.

Una ripercussione di entità epocale, direttamente proporzionale al disastro idrogeologico che ancora sta sconvolgendo l’intera Romagna, con impatti particolarmente significativi nelle province di Ravenna e Forlì-Cesena.

Cooperative che nel 2021 – i bilanci 2022 sono in corso di approvazione – avevano sviluppato un valore della produzione di 5.424.924.000 di euro, associando 271.600 soci e impiegando oltre 20.000 lavoratori.

Il comparto agricolo è ormai in ginocchio in tutte le sue filiere, dall’ortofrutta, alle sementi, al settore vitivinicolo, con impatti che si estendono dalla produzione, alla lavorazione e trasformazione. Le prime stime, in aggiornamento, lasciano già intravedere un crollo delle produzioni estive e autunnali, con conseguenze molto pesanti non solo sui soci produttori ma anche sull’occupazione, a partire da quella stagionale.

Citiamo solamente, fra gli esempi più significativi del disastro economico provocato all’agricoltura, gli oltre 6000 ettari completamente e ripetutamente allagati delle cooperative braccianti del ravennate, che hanno perso la grande parte delle relative produzioni.

Danni ingenti ed erosioni alle spiagge, già allestite per la stagione turistica, si registrano indistintamente su tutta la riviera romagnola, anche se, per fortuna, la stagione turistica non è in alcun modo a rischio ed anzi sono già iniziate le operazioni di ripristino.

Diverse, soprattutto nella bassa Romagna, sono le cooperative industriali che, avendo subito allagamenti, hanno forzatamente, prima fermato e poi diminuito la produzione.

Allagati e fermi i cantieri edili del cesenate, forlivese e ravennate. Allagamenti ed evacuazioni hanno interessato, purtroppo, anche i servizi residenziali di diverse cooperative sociali.

I danni alle infrastrutture, gravissimi soprattutto nelle aree collinari e la chiusura di decine di arterie viarie allagate, stanno ancora impedendo a un numero significativo di lavoratori di raggiungere i luoghi di lavoro e rendono difficili i trasporti di merci, con danni gravissimi, in particolare, per l’approvvigionamento della GDO (Grande Distribuzione Organizzata). Ma in questo caso, la disponibilità dei soci e dei dipendenti di Coop Allenza 3.0 e di Conad, oltre all’ottima collaborazione con le Prefetture di Ravenna e Forlì-Cesena, ha consentito di ridurre un impatto sugli scaffali dei supermercati, che altrimenti avrebbe avuto un impatto ben più pesante sui cittadini.

A questo si aggiungano i fermi di attività legati al maltempo, ad iniziare dal comparto della pesca, che segnala però un’esigenza di pulizia del mare da tronchi e rifiuti affluiti con le esondazioni, che non ha eguali.

Questa prima valutazione ci porta ad identificare fra le imprese coinvolte, 39 cooperative di Forlì-Cesena, 51 di Ravenna e 12 di Rimini.

Legacoop Romagna torna a chiedere l’emanazione di una legge speciale di sostegno ai territori colpiti, che abbia le caratteristiche della massima urgenza, partendo dalla evidenza incontrovertibile che la Romagna sia stata colpita da una calamità naturale di portata eccezionale e storica.

Servirà inoltre che, superata la prima fase emergenziale ancora in atto e conclusa la rilevazione e la stima dei danni, si dia attuazione, ricorrendo a nuovi strumenti di programmazione e pianificazioni anche straordinari – ivi compresa una urgente riconversione dei fondi non utilizzati o non ancora programmati del PNRR -, ad un Piano per la ricostruzione, la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio, a contrasto del dissesto idrogeologico, con particolare riferimento alle frane e al reticolo idrografico.

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