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Lega. Matteo Montevecchi contro la pillola abortiva

“Le nuove linee guida ministeriali sulla pillola abortiva Ru486 banalizzano l’aborto a pratica “fai da te”, da eseguire a casa. L’aborto, comunque la si pensi, rimane un dramma. Serve un atto di coraggio della Regione e un cambio di rotta. La Giunta dovrebbe prendere le distanze da queste linee guida, come già fatto anche da altre Regioni”. Interviene così il consigliere regionale della Lega Matteo Montevecchi, annunciando la presentazione di una interrogazione in Regione, proprio in occasione della 43ª giornata per la vita che quest’anno viene celebrata il 7 febbraio.

“Le nuove linee guida ministeriali, recepite il 22 settembre dalla Regione Emilia Romagna, prevedono la somministrazione della pillola abortiva Ru486 in day hospital, nei consultori e con tempi estesi fino alla nona settimana. In sostanza niente più ricovero ospedaliero di tre giorni e, dopo aver assunto la pillola, si esegue l’aborto direttamente a casa – spiega Montevecchi, che sottolinea: – Va ribadito che le nuove linee guida non hanno alcuna valenza di legge, quindi la loro adozione non è obbligatoria. Inoltre, perfino l’articolo 8 della legge 194 attualmente in vigore, prevede che tutto l’iter abortivo debba essere svolto esclusivamente presso gli ospedali o presso istituti ed enti indicati dalla legge, perciò non certamente nei consultori familiari per poi abortire a casa, come invece viene previsto dalle nuove linee guida ministeriali. Non a caso, le precedenti linee guida del Ministero della Salute del 2010 prevedevano il ricovero di tre giorni in ospedale, dando la seguente motivazione: “Per un’attenta sorveglianza sanitaria, in modo da ricevere un’assistenza immediata se si verifica un’emorragia importante”.

“La donna, con le nuove linee guida, viene lasciata sola a vivere il dramma dell’aborto, il tutto senza che le sia nemmeno fornita la possibilità di incontrare coloro che potrebbero sostenerla e aiutarla a scegliere la vita” dichiara Montevecchi, che aggiunge: “Regioni come Marche e Piemonte hanno, almeno in buona parte, bocciato le nuove linee guida ministeriali, stabilendo che la pillola abortiva Ru486 non verrà somministrata nei consultori. La Regione Piemonte prevede, inoltre, che le modalità di ricovero siano “valutate dal medico e dalla direzione sanitaria”.

Prosegue Montevecchi: “Mi auguro che la 43ª giornata della vita sia anche occasione di profonda riflessione per tutti gli amministratori. È sotto gli occhi di tutti ciò che sta avvenendo negli ultimi tempi. È in corso un progressivo e preoccupante processo di desacralizzazione della vita umana e di banalizzazione dell’aborto che, da dramma qual è, viene trasformato e ridotto a una semplice pratica “fai da te”. Il grande rischio a cui si sta andando incontro è la sempre più grande diffusione di una pericolosa mentalità che non vorrebbe più nemmeno vedere l’aborto come un dramma e che, di fatto, lo considera come un metodo contraccettivo. Non possiamo permettere che ciò accada”.

“Tramite una interrogazione regionale chiederò alla Giunta se intende valutare di rivedere la propria posizione e rifiutare le nuove linee guida ministeriali sulla somministrazione della pillola abortiva Ru486” conclude il consigliere Matteo Montevecchi.

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