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Lavoro nero: maxi multa a ristorante cinese e pasticceria. Un dipendente percepiva reddito cittadinanza

Sei lavoratori in nero e tre in “grigio” ovvero impiegati per più ore di quanto previsto dal contratto e un 1 dipendente che intascava 900 euro grazie al reddito di cittadinanza percepito irregolarmente.

Eccola la scoperta fatta nei giorni scorsi dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini e dai funzionari dell’Ispettorato territoriale del lavoro in un ristorante cinese di Marina Centro e in una pasticceria di Cattolica.

Nel caso del ristorante di Marina Centro gestito da una cittadina cinese i Finanzieri sono stati individuati sei dipendenti.  Dalle dichiarazioni rese dai lavoratori e dai preliminari accertamenti svolti è risultato che per 3 di loro non era stata comunicata preventivamente l’instaurazione di rapporto di lavoro, mentre 2 si trovavano in posizione irregolare e, pertanto, stante il superamento della soglia del 20% della manodopera irregolare impiegata, è stato adottato il provvedimento di sospensione dell’attività ex art. 14 del D.Lgs  81/2008, come sostituito dall’art. 11 comma 1 lett. a del D.Lgs. 106/2009.

Lo stesso è toccato ad un bar-pasticceria di Cattolica che impiegava 3 lavoratori in nero ed 1 in “grigio” su 12 complessivamente individuati. I successivi sviluppi investigativi hanno permesso di rilevare che uno dei lavoratori “in nero” percepiva mensilmente un reddito di cittadinanza di 900 euro. Per tale motivo, è stata data immediata comunicazione all’INPS che ne ha disposto la decadenza. Di ben 10.000 euro il risparmio dell’erario.

Per i datori di lavoro, invece, si procederà all’applicazione della maxi sanzione prevista per l’impiego dei lavoratori “in nero” fino a 43 mila euro, ma che può inasprirsi sino a circa 52 mila euro in caso di beneficiari di reddito di cittadinanza.

 

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