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L’Assessore e i voulevant

I tempi cambiano e nell’era post grillina, hanno preso la via dell’estinzione anche gli assessori “celoduristi”, quelli che…vogliono poca acqua nel vino (sangiovese ovviamente), quelli che… quando dicono qualcosa vi è un seguito, quelli che… al comando ne corrisponde un’azione, quelli che… poche pu……..insomma.

Adesso impera la politica 2.0, il comunicare a prescindere. Alla decisione segue immediato un tweet, poi un post sui social in tutte le sue evoluzioni. Anche se manca la notizia.

Boh!

Forse sarà un dettaglio oppure io sono ancora 1.0 ma anche uno 0.0
Beh! L’Assessore “celodurista” porta la sua parola, su giù per il territorio, con l’entusiasmo di chi crede in quello che fa e in quello che dice.

Il convegno in questione si tiene nella splendida cornice del Castello Estense a Ferrara, il tema uno di quelli attuali “Web marketing e i nuovi sistemi di comunicazione per l’imprese”. I relatori si susseguono per ordine, portando il loro contributo. Chi da un punto di vista prettamente tecnico, chi con la previsione romantica di un prossimo futuro, fatto di selfie e pose artistiche per conquistare i mercati. Solo qualche sporadica voce critica, di chi ancora legato alle vecchie e oramai superate tecniche di mercato. Si fa il momento dello slide sullo schermo e il proiettore lo illumina con una serie di dati statistici. Numeri che nel diagramma raffigurato, toccano picchi percentuale elevati così come elevata è la percentuale degli occhi chiusi in sala, un po’ per la luce soffusa che induce sonnolenza e un po’ perché i convegni dopo l’ora, l’attenzione cala vertiginosamente.

Poi alla fine arriva Lui, l’Assessore con il discorso di chiusura, la luce riempie la sala e Lui si riempie i polmoni, comincia il “sermone”. Attacca subito, come suo stile, parte dal quadro generale per affondare nello specifico e nello scongiurare che qualche astante stia ancora dormendo, urla la parola “Guaiii” e ribadisce con la stessa tonalità da tenore “Guaiii, se per le nuove logiche di mercato perdiamo la nostra identità, fatta delle nostre cose, delle nostre radici” poi aggiunge “Vi faccio un esempio, noi siamo quello che la nostra terra produce, noi siamo vincenti per le nostre tradizioni culturali e culinarie, le Tagliatelle non sono traducibili, i Tortellini neanche. Ai nostri turisti dobbiamo dargli l’ospitalità vera, con la nostra semplicità e le nostre tradizioni culturali e culinarie e non i voulevant o il kebab”.

A quel punto, il viso dell’organizzatrice del convegno, si deforma con una boccaccia, poi si porta il cellulare all’orecchio, blatera qualcosa e scappa nella saletta a fianco del convegno. Lì, alcuni inservienti del catering, intenti ad allestire il banchetto del buffet di fine convegno, hanno appena scartato, un numero considerevole di vassoi colmi di coloratissimi e invitanti voulevant. Arriva perentorio il contrordine e come atterrati i voulevant, decollano per una destinazione ignota, spazzati via dalla bufera scatenata dalle parole dell’Assessore. I voulevant rispettano alla lettera il significato, “volo al vento” e vengono sostituiti da prodotti locali a kilometro zero, anzi a centimetro zero. La Salama da Sugo trova alloggio sui crostini di pane, mentre le anguille si suicidano direttamente nei vassoi. Le bottiglie di Brut piemontese, vengono sostituite con una spremuta di uva autoctona pigiata dai piedi dell’organizzatrice al momento, mentre davanti al contenitore del cocktail viene scritto un cartellino che riporta questa dicitura “miscuglio di vini del territorio (circostante il convegno)”. Tutte le parole in inglese vengono sostituite con la corrispondente in italiano. Un inserviente gli viene sostituito il cartellino identificativo, sopra c’era scritto il nome “Patrik”, trasformato in “Patrizio”, mentre l’organizzatrice si assicura che nessuno del personale abbia una inflessione linguistica di fuori regione.

A questo punto il convegno finisce, i partecipanti gremiscono il buffet e l’Assessore stringe mani a più non posso.

L’organizzatrice tira un sospiro di sollievo mentre si asciuga i piedi ancora bagnati dalla spremuta d’uva. Pensa già al convegno per l’anno successivo, solo che le risulta cacofonico la traduzione di “Web marketing” in “Ragnatela di mercato” e nel dubbio decide di fare come i voulevant, volare al vento. Il prossimo anno il titolo del convegno sarà “Tipico a Tavola”.

L’Assessore al termine del buffet esce e monta sul Mercedes che lo riporterà a casa, l’autista ingrana la prima e chiede “com’è andata?”, l’assessore risponde “Bene a parte il buffet, faceva schifo, anzi fermati al primo bar che ci facciamo un paio di voulevant con la tartare e magari un cocktail di quelli fruttati, oppure un Bloody Mary”.

BIEMO

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