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L’annuncio di Donini: “Dal 12 aprile vaccinazioni a domicilio per fragili e caregiver”

Dal 12 aprile “partiranno le vaccinazioni a domicilio delle persone fragili e dei loro caregiver, famigliari o assistenti”. Lo ha comunicato oggi in commissione l’assessore regionale dell’Emilia-Romagna Raffaele Donini, precisando che la vaccinazione “avverrà contestualmente per tutti. Se questo non avverrà, i famigliari potranno rivolgersi al medico di medicina generale. E ciò vale anche per i minori con grave disabilità. Purtroppo, ci sono pochi vaccini, ma noi siamo pronti a mettere in campo la migliore organizzazione possibile, eseguendo vaccinazioni negli hub, nelle farmacie e nelle aziende”, ha sottolineato il titolare della Sanità nella giunta Bonaccini.

Donini ha risposto ad una interpellanza del consigliere di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri, che aveva chiesto di inserire i caregiver fra le categorie ad alta priorità per il piano vaccinale o almeno i genitori dei figli minori in lungodegenza, “al fine di poterli vaccinare al pari del personale sanitario”. Da parte sua l’assessore ha ricordato che la Regione “si attiene al piano vaccinale nazionale e penso che questo paghi: prima la priorità agli anziani poi alle categorie fragili”.

“Abbiamo sentito le associazioni di diverse categorie di disabili e considerato la presa in carico di famigliari e caregiver che prestano le cure, in modo continuativo, in ambiente domestico. C’è un accordo condiviso da tutte le associazioni”, ha concluso Donini.

Tagliaferri, in una nota diffusa successivamente, però attacca: “Oggi l’assessore Donini ci ha risposto dicendo che non ci sono dosi di vaccino sufficiente per i caregiver e che l’intero piano vaccinale dipende dal governo. Ma allora perchè la Giunta di cui l’assessore Raffaele Donini fa parte ci ha spiegato per settimane e settimane che l’Emilia Romagna era il paradiso terrestre dei vaccini? Basta scaricare su altri i problemi, come al solito tra la propaganda e la verità c’è un burrone. Piuttosto di parole imbarazzate e abborracciate per provare a difendere l’indifendibile, sarebbe molto meglio seguire il detto ‘un bel tacer non fu mai scritto'”.

Intanto però sono ancora numerosi gli anziani non autosufficienti che la vaccinazione a domicilio la attendono ancora. Ultraottantenni, anche con gravi patologie che impediscono a loro di spostarsi, che dopo un un mese e più dalla prenotazione non hanno ancora visto nessuno recarsi a casa loro.

D’altra parte l’organizzazione di una vaccinazione casa per casa è quanto di più complicato rispetto a convocare le persone in un centro di vaccinazione. Significa far muovere una squadra di operatori, che, come nel caso delle USCA, dopo ogni intervento devono cambiare camici e sanificare strumenti, oltre al tempo necessario per gli spostamenti.

 

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