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L’anno che verrà quanto biancorosso sarà?

Lo stadio, il rapporto con l’amministrazione comunale e l’intero progetto Rimini Football Club.
Di tutte queste cose si è parlato tanto negli ultimi giorni. E forse l’attenzione verso questi temi ha rubato un po’ la scena al campo, alla squadra che, abbastanza inaspettatamente, vincendo col Progresso in trasferta ha approfittato del mezzo passo falso del Sasso Marconi riconquistando la vetta della classifica.
Rimini 43, Sasso Marconi 42, con il Massa Lombarda 10 punti più giù, a sancire che la corsa ormai è a due; le tante outsider, che man mano si erano proposte dietro al Rimini, appaiono condannate ad attendere la fine di questo campionato senza sogni di gloria.

Resta viva la lotta per non retrocedere, che vede in 5 punti ben 6 squadre, dal Bellaria ultimo al Corticella 5 posizioni più su.

A ben guardare, questa situazione rischia di essere sfavorevole ai biancorossi, che mantengono il compito di “evento stagionale” loro assegnato dal blasone e quindi continueranno ad essere accolti ovunque col coltello tra i denti, non fosse altro che per poter raccontare fra qualche anno “ricordi quando abbiamo battuto il Rimini?”.

Ho bene impressa nella memoria la festa del dopo Meldola, con i dirigenti locali letteralmente euforici, o l’ orgoglio e la fierezza miste all’esultanza dei Faentini dopo la nostra prima sconfitta.
Per noi, “in zir per la Rumagna” cambierà ben poco. Per il Sasso Marconi, invece, se non sarà proprio trattamento di favore, temo che il coltello sarà tra i denti solo quando andrà sui campi dove si lotta per le zone basse della classifica; ma sono anche campi dove comunque il tasso tecnico e tattico del “Sasso” potranno imporsi.

Non è ovviamente un pianto il mio e nemmeno scaramanzia, ma solamente un voler focalizzare al meglio il girone di ritorno che ci aspetta.

Si riparte sabato 7 gennaio nella vicina Savignano per una delle trasferte più complicate.
Oltre a questa, le visite da rendere che si prospettano toste e a rischio punti saranno almeno altre tre.
Il 19 marzo,corroborati dalla fogheraccia di San Giuseppe, ci recheremo a Gaggio Montano sul campo del Faro Coop (possibile lo spostamento della gara nel vicino impianto di Sestola).

Il 12 aprile saliremo ancora nel bolognese per giocare contro il Granamica.  Ma se il testa a testa col Sasso Marconi proseguirà, il campionato sarà letteralmente in gioco nello scontro diretto del 23 aprile, data in cui il Rimini si recherà nella patria dell’inventore della radio.

Nel resto delle gare, inutile nascondersi, sarà sempre e solo una caccia ai 3 punti, obbligatoria per non arrivare al “o la va o la spacca” dello scontro diretto, ma cercando di mettere assieme una situazione di classifica più tranquilla.

Che Rimini si appresta alla tornata decisiva?
Dal punto di vista dell’organico, il Rimini attuale dovrebbe essere più competitivo; quantomeno, molto migliorato rispetto a quello di inizio campionato.

Abduol Razack Guiebre è al momento una buona promessa, ma il goleador Valori e il combattente Bacchiocchi rappresentano degli ottimi innesti in una squadra che comunque il campionato se lo sta giocando alla grande. Nonostante, come riferito dallo stesso patron Grassi nell’ultima conferenza stampa, resti l’impressione che il primo posto sia stato più buttato dal “Sasso” che conquistato dai biancorossi.

Cosa desta preoccupazione nell’ambiente biancorosso?
Che cosa non ha convinto sino in fondo di questo girone di andata?

Personalmente ritengo che il grosso punto di domanda in merito a questa squadra stia nella personalità della squadra stessa.

Quando ci sono obblighi di impiego in merito ad “under” molto giovani, la parte esperta della squadra ha il dovere, non solo morale, di farsi carico dell’aspetto emotivo e passionale delle gare.

Ho visto, per farla breve, troppe volte il Rimini diventare timoroso ed arretrare a dismisura il proprio baricentro, quando invece il carattere e la personalità della grande squadra avrebbero dovuto portare a spingere maggiormente, cercando di chiudere la gara prima possibile.
Il braccino del tennista pavido è accettabile nei giocatori esordienti o comunque poco esperti; difficile da digerire in gente navigata, sui 30 anni quando non ben oltre.

Qui entra in gioco un altro fattore non meno determinante, la guida tecnica.
Mastronicola ha fotografato molto presto questo limite in personalità della squadra, questa tendenza a fermarsi e a farsi assalire dalle proprie paure più che dall’avversario.

Ricordo un dopo gara infuocato subito dopo il minuto 90 di Castrocaro-Rimini; non inganni il 3 a 1 finale, dovuto alla rete subita dagli ospiti nei minuti finali a coronamento di una fase di gioco arrivata dopo il 3 a 0 in cui il Rimini pareva aver letteralmente tirato i remi in barca, facendosi schiacciare dagli avversari.
Una prima avvisaglia di come la squadra non sa, in proprio, mettere personalitaà nei momenti topici delle gare.
Carenza che in seguito ci ha fatto perdere parecchi punti qua e là per i campi.

Come si risolve questa situazione? Con un po’ di pavidità in meno e di personalità in più nelle gare lontane dal “Neri”, il Rimini può chiudere il campionato. Ma se questa attitudine non arriverà, il rischio è di arrivare “bacilando” sino alla fine.

Quali sono i correttivi possibili a questa situazione?
Don Abbondio diceva che se il coraggio non ce l’hai non te lo puoi dare. Quindi?

Quindi, non potendo agire a gennaio su buona parte della rosa, potrà aleggiare la tentazione di agire sulla panchina.

Ovviamente parlo per sensazioni e deduzioni mie personali, non mi auguro cambi di panchina, ma mi limito a constatare quello che probabilmente sarebbe l’unico correttivo possibile se le trobolazioni dovessero superare il livello di guardia.

Vediamo anche nel grande calcio esempi di allenatori che, per dirla alla Trapattoni, “cavano il sangue dalle rape”.
Non parlo ovviamente di schemi, di tattica o di scelte tecniche riguardantigli 11 da mandare in campo.
Sto parlando di avere un motivatore che sappia trasmettere dalla panchina l’input giusto, facendo sì che quando il gioco si fa duro anche i duri del Rimini comincino a giocare.

Non escludo che il “Mastro” non possa arrivare fra un po’ dove per ora non e’ riuscito ad arrivare. Parlo da osservatore con quasi 40 anni di partite viste dal campo non da tecnico. E quindi le mie sensazioni non vengano vissute da nessuno come sentenze, sono solo solo pareri soggettivi.

Vedremo. Nel frattempo do appuntamento ai tifosi già in astinenza al 30 dicembre sul campo di Novafeltria, per l‘amichevole con la compagine locale e auguro un sereno Natale a tutti.

Buone feste e sempre forza Rimini!

Emanuele Pironi

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