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Federconsumatori, buoni postali: come far valere i propri diritti

Buoni Postali – L’Associazione Federconsumatori della Provincia di Rimini, con riferimento all’annosa questione della quantificazione delle rendite dei Buoni Postali trentennali, consiglia i risparmiatori che non li avessero ancora incassati di verificare sul retro degli stessi se sia indicato che è possibile farlo entro 5 anni dopo il trentesimo anno: la regolarità di tali Buoni Postali potrà essere valutata dall’Associazione unitamente alla possibilità di vedersi corrispondere le rendite indicate nella tabella posta sul retro. La giurisprudenza di merito si sta infatti evolvendo e ad oggi non deve escludersi che possano essere ottenute le somme promesse negli anni Ottanta.

Quei risparmiatori che volessero comunque procedere con l’incasso del Buono Postale dovrebbero premurarsi di accettare la minor somma quale acconto sul maggior ammontare dovuto, così da conservare i propri diritti di credito.

Fondi di Investimento Immobiliare – La Federconsumatori sta seguendo con attenzione la posizione di Poste Italiane/BancoPosta relativamente al rimborso di fatto delle quote dei Fondi di Investimento Immobiliare Alpha, IRS, Europa Immobiliare 1, Obelisco, fondi le cui quote nell’arco di oltre 10 anni hanno subìto diminuzioni di valore anche dell’80%.

Tali prodotti finanziari sono altamente rischiosi e indicati per investitori che conoscano molto approfonditamente il mercato finanziario.

E così Poste/BancoPosta, senza dovere necessariamente riconoscere esplicite responsabilità, ha in ogni caso ritenuto opportuno offrire agli investitori ultraottantenni alla data del 31.12.16 il rimborso integrale delle quote svalutate, ed anche una polizza sulla vita che, nell’arco di 5 anni, dovrebbe portare a colmare le perdite degli investitori più giovani.

Eppure Poste non ha fornito riscontri alle legittime richieste inviate da questa Associazione per conto dei propri associati e si rifiuta di consegnare le condizioni di assicurazione delle predette polizze prima della stipula, impedendo così ai propri clienti di potere effettivamente comprendere se l’offerta sia realmente vantaggiosa oppure se intraprendere azioni legali.”

Info:

0541.779989

segreteria@federconsumatorimini.it

La vicenda riguarda alcuni buoni emessi tra il 1974 e il 1986. Di durata trentennale, questi buoni sono andati in scadenza tra il 2004 e il 2016. Alcuni investitori però non sono mai venuti a conoscenza di quanto accaduto nel 1986. Un decreto del governo (1986) infatti ha dimezzato il rendimento. Una piccola trappola che è emersa solo al momento della scadenza. E così diversi risparmiatori hanno presentato col Movimento dei Consumatori i ricorsi per ottenere il rimborso. Va detto che la responsabilità non può essere attribuita alle Poste dato che l’azienda ha di fatto applicato una legge statale. Ma adesso Poste Italiane ha dovuto pagare i rendimenti mancanti per chi aveva quei buoni. Secondo alcuni giudici, tuttavia, ciò che è errata è stata la mancanza di comunicazione individuale del cambiamento delle condizioni di prestito, passaggio che rappresenterebbe “un’evidente violazione degli obblighi contrattuali” e in particolare del principio di “buona fede contrattuale”. Il Tribunale di Venezia, in due differenti sentenze, ha di recente accolto un ricorso. I giudici hanno intimato alle Poste il pagamento di quanto maturato con i buoni fruttiferi da due risparmiatori.

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