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La strana gara per l’autonomia tra Emilia Romagna, Veneto e Lombardia

Mentre la Catalogna è al centro dell’attenzione internazionale per ciò che potrebbe succedere nelle prossime ore sulla dichiarazione o meno di indipendenza, anche in Italia questa sarà una settimana importante per le autonomie regionali.

Domenica 22 ottobre si svolgono i referendum nelle regioni Lombardia e Veneto per una maggiore autonomia. Sono referendum che stanno dentro le norme Costituzionali. In particolare l’articolo 116: “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia possono essere attribuite ad altre Regioni (statuto ordinario), con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata”.

Il quesito referendario della regione Lombardia è: ”Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?».

Il quesito della Regione Veneto è più corto: “Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?».

Ma questa settimana è importante anche per la Regione Emilia Romagna,  sempre in vista di una maggiore autonomia.

Infatti il presidente Stefano Bonaccini attende una chiamata da Roma per incontrare il Presidente del Consiglio Gentiloni, che dovrebbe sancire la via emiliana al percorso autonomistaniente referendum, come nelle due regioni nel Nord, ma un percorso istituzionale avviato dall’assemblea legislativa lo scorso 3 ottobre con l’approvazione di una risoluzione ad hoc che ha impegnato Bonaccini «ad avviare il negoziato con il governo» per ottenere «forme e condizioni particolari di autonomia.

Le aree su cui la Regione Emilia Romagna invoca maggiori funzioni e risorse sono: la sanità, le politiche del lavoro, l’ambiente e le imprese, la ricerca e lo sviluppo.

Insomma c’è una vera e propria gara tra la Regione Emilia Romagna, Veneto e Lombardia chi arriva prima al traguardo di una maggiore autonomia.

Non a caso il presidente del Veneto Luca Zaia accusa Bonaccini di voler sminuire il valore del referendum con l’annuncio di aver chiuso l’accordo tra regione Emilia Romagna e Governo.

Da parte sua,  Bonaccini fa notare che la via scelta dall’Emilia Romagna non costa nulla mentre i due referendum di Veneto e Lombardia costeranno alle casse pubbliche oltre 50 milioni di euro.

Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni e chi vincerà questa strana corsa istituzionale.

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