Nello scorso settembre è stato pubblicato l’Atto di indirizzo per la Sanità per l’anno 2018.
Nel lungo documento di oltre 50 pagine, molti i contenuti e le analisi e i programmi, ma nella sostanza non molto diversi da quanto già conoscevamo.
La Ministra Beatrice Lorenzin ricorda anche il 40° anniversario della riforma sanitaria, con un sistema rivolto a tutti i cittadini, nessuno escluso.
Non poco a confronto ad esempio agli Stati Uniti, dove con l’Amministrazione Trump ancora si discute se lasciare l’Obama Care, che già non copriva tutti, per dare l’assistenza pubblica ad ancor meno cittadini.
La Lorenzin ci dice che il 2018 sarà l’anno dell’efficentamento organizzativo, in particolare delle Reti assistenziali Regionali, ma anche l’anno della ricerca di una maggiore appropriatezza nei setting assistenziali e nella introduzione di nuove tecnologie, e quello della valutazione più pragmatica dei nuovi farmaci, che stanno arrivando in grande quantità.
LE NOVITA’.
Prevenzione: il consolidamento delle coperture vaccinali, il contrasto alla resistenza microbica, e la promozione della salute educando a una alimentazione corretta, il contrasto alla sedentarietà, al tabagismo e all’alcol. Piano Nazionale per la Fertilità e sostegno all’anziano fragile, saranno altri due punti di riferimento. I tre screening per la diagnosi precoce saranno monitorati con attenzione.
Comunicazione: sarà l’anno della celebrazione dei 40 anni della Riforma sanitaria.
Ricerca: si riconosce nel documento che i luoghi in cui si fa buona ricerca sono quelli in cui si fa anche buona assistenza. Settori di particolare interesse saranno le tecnologie per l’invecchiamento attivo e l’assistenza domiciliare, la sanità con le intelligenze artificiali, la diagnostica avanzata e mini-invasiva, la medicina rigenerativa e di precisione, biotecnologie e sviluppo farmaceutico; infine la nutrigenomica (relazioni fra alimentazione e DNA umano e dei batteri intestinali).
Cabina di regia nazionale: seguirà la realizzazione del Piano in collaborazione con gli Istituti di controllo dati (Agenas, ISS, ISTAT) e Associazioni scientifiche e degli utenti. Si andrà verso lo sviluppo di Aziende Sanitarie di maggiori dimensioni.
Si svilupperanno le Reti di patologia e si entrerà a fare parte delle Reti Europee di Patologia e per le Patologie rare.
Umanizzazione e accreditamento: si metterà ordine alle strutture di accreditamento delle strutture sanitarie favorendo i sistemi esterni e terzi. In altre parole dovrà poter sapere quale livello di qualità ha la struttura e il reparto al quale si rivolgerà (speriamo!!). A questo proposito verrà costruito un Piano Nazionale Esiti, cioè i risultati raggiuntiui in termini qualità nei singoli Reparti.
Per quanto si riferisce alla umanizzazione delle strutture, si prevedono attività annuali per la formazione del personale e il suo controllo.
Ospedale-territorio: si dovrà favorire il rapporto fra Ospedale e territorio con la creazione degli Ospedali di Comunità e le Aggregazioni Funzionali dei Medici del territorio (Medici di famiglia) e dei Pediatri di famiglia (UCCP, Unità Complesse di Cure Primarie).
In Emilia Romagna si chiamano ‘Case della Salute’; a livello nazionale apprendiamo che le UCCP avranno solo attività sanitarie e non anche sociali come in Emilia Romagna. Sperando di non rivedere un altro servizio fornito a macchia di leopardo lungo la Penisola.
Sanità europea: si inizierà a lavorare su di una struttura europea che garantisca assistenza sanitaria (gratuita, si intende) in tutti gli Stati per tutti i cittadini denominata EESSI, Electronic Exchange Social Security.
Contabilità in ordine: tutte le Regioni dovranno avere i conti sanitari in ordine e quelle che non li hanno dovranno completare i loro piani di rientro.
Sanità digitale: il fascicolo sanitario elettronico dovrà essere esteso a tutti i servizi, ospedalieri e territoriali, favorendo la comunicazione e il confronto elettronico dei dati.
Sicurezza degli alimenti: proseguirà il lavoro di controllo nazionale e la messe in rete delle strutture a ciò deputate con gli organismi corrispondenti della Comunità Europea.
Questi almeno, a mio giudizio, gli elementi più rilevanti per l’interesse generale e rimando; per il resto alla lettura del documento.
LA LETTURA POLITICA.
Il documento non è male, ma volendo trattare tutti gli argomenti in un settore così complesso come quello della Sanità, finisce per affrontarli in modo molto generale, anche se una linea di azione appare ben tratteggiata.
A mio parere sarebbe stato meglio avere un documento di linee guida generali, un allegato con dati statistici specifici e certi per il Paese (e in particolare per le singole Regioni) e infine un programma con pochi obiettivi, ma ben delineati, da perseguire nel 2018.
Un secondo elemento che ritengo dovrebbe essere approfondito è quello relativo agli organismi di controllo e di gestione.
La mia impressione leggendo il documento è che a livello nazionale siano innumerevoli: ma quanti sono? Un elenco non c’è. E altrettanti ce ne saranno sicuramente a livello delle diverse regioni.
Ma questi organismi sono in rete fra loro? Esistono un coordinamento nazionale e un confronto? E sono tutti veramente necessari?
Credo che nessuno conosca in realtà bene l’argomento e i dati. Non sarebbe male fare una riflessione e…il calcolo della spesa in più che comportano.
Forse l’abolizione tanto agognata del superticket potrebbe essere finanziata con facilità se vi fosse una semplificazione organizzativa.
Alberto Ravaioli