Noi Riminesi, negli ultimi anni, siamo stati veramente orgogliosi della nostra sanità. Non so se ci avete fatto caso, ma ormai è da anni che rimaniamo a curarci nei nostri ospedali, senza “fuggire” altrove.
Le donne della provincia non vanno più a partorire lontano, abbiamo una ostetricia-ginecologia, una neonatologia e una pediatria di eccellenza. Lo stesso si può dire per tutti i percorsi dell’emergenza urgenza, cardiologia compresa. I dati del Piano Nazionale Esiti parlano chiaro, buoni i riscontri in materia di ostetricia, ortopedia e cardiologia.
I pazienti oncologici ed ematologici si possono curare nel nostro territorio usufruendo della radioterapia e di servizi in collegamento con le più importanti realtà nazionali ed internazionali. La nostra Breast Unit e il percorso del trapianto autologo di cellule staminali hanno ricevuto importanti riconoscimenti e certificazioni internazionali. Per non parlare del proficuo rapporto di collaborazione che possiamo vantare con le Associazioni di volontariato che insistono sul territorio e che con attenzione e partecipazione ci accompagnano e supportano.
Anche la nostra capacità diagnostica è di ottimo livello. Abbiamo una radiologia iperspecializzata, così come abbiamo a disposizione importanti servizi di otorinolaringoiatria, endoscopia digestiva, urologia, pneumologia e nefrologia. Inoltre la presenza di alte professionalità in rete con quelle della Romagna rende le nostre chirurgie di tutto rispetto. Siamo fieri dei volumi operatori che rendono la competence dei nostri chirurghi all’altezza del panorama nazionale.
Anche per quanto riguarda nello specifico gli ultimi due anni di pandemia, che hanno visto la provincia di Rimini una delle più colpite a livello nazionale, la qualità dei reparti delle malattie infettive, della pneumologia, del pronto soccorso, della terapia intensiva e delle nostre medicine interne ci hanno resi resilienti e capaci di affrontare il peggio.
Tutto ciò è stato costruito nel tempo, un mattone alla volta, un anno alla volta, investendo in tecnologie e personale, puntando sul mondo professionale, lavorando in rete, per percorsi e in stretta connessione con le altre realtà.
Però non bisogna mai fermarsi, sul versante delle specialità altro rimane da fare.
E’ necessario rinforzare la neurologia provinciale, ancora non ci sono i letti di degenza, seppure previsti dal DM 70, così come non c’è una vera stroke unit strutturata con posti dedicati.
Sappiamo quanto sia importante la stroke unit (pazienti con emorragia o occlusione di un arteria cerebrale) in un periodo in cui la percentuale della popolazione anziana diviene sempre più numerosa.
L’anatomia patologica è in sofferenza da quando il responsabile ha deciso di lasciare questo territorio, i tempi di consegna dei referti si sono allungati e tutti sappiamo quanto sia importante essere tempestivi. Il responsabile va rapidamente nominato, l’anatomia patologica è una delle più importanti discipline dell’Ospedale. E’opportuno implementare l’organico in ematologia, rendendolo omogeneo con quanto presente in altri territori. Consolidare la radioterapia e lavorare guardando al futuro per mantenere la qualità in cardiologia. E’ inoltre necessario non perdere la competence che si è conquistata in tanti anni nel settore della reumatologia, per cui il DM70 prevede una struttura di degenza ogni 1.200.000 abitanti e non risulta che in Romagna ce ne sia una, e a Rimini era programmata la sua costituzione.
Per quanto riguarda le grandi tecnologie, confidiamo fortemente nei fondi PNRR, la Risonanza Magnetica della Neuroradiologia è la più vecchia della regione (21 anni), la TAC ha 14 anni e la TAC della Radioterapia è molto datata.
Solo la qualità chiama la qualità, in un panorama completamente cambiato, dove tutte le realtà sanitarie sono alla ricerca spasmodica di professionisti, dove non è più difficile per un bravo medico trovare lavoro o diventare primario, è importante far sì che i “nostri” rimangano. Ed è importante essere attrattivi verso l’esterno con le innovazioni, le tecnologie, la possibilità di crescita e di carriera. E’ assolutamente normale che stimati professionisti trovino spazio altrove, è normale voler fare carriera, ma non deve capitare che questi se ne vadano perché insoddisfatti delle scelte e delle opportunità che hanno sul proprio territorio.
Quello che è stato costruito va mantenuto, va curato con una forte tensione verso il futuro. Non lasciamoci scappare la certificazione Eusoma della Breast Unit che abbiamo conquistato nel 2014 e che anno dopo anno manteniamo con competenza e dedizione. Il percorso della donna colpita da tumore al seno parte dallo screening e attraverso l’intervento chirurgico e l’anatomia patologica arriva in oncologia, radioterapia, medicina riabilitativa. Tutte queste realtà professionali sono coordinate grazie anche al competente case management infermieristico e data management statistico-metodologico che, in integrazione con le Associazioni di volontariato, investono tempo e risorse per la riuscita di tutti i pezzi del percorso.
Insomma conserviamo quello che c’è ed implementiamo quello che manca.
Questo è quello che noi riminesi vogliamo.
Alberto Ravaioli