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Se la salute è contraffatta

Si stima che un farmaco su dieci, in tutto il mondo, provenga da laboratori illegali. E se un tempo il fenomeno della contraffazione e della vendita di medicinali illegali riguardava soprattutto i Paesi in via di sviluppo oggi comprende anche l’Europa.

L’allarme lo lancia l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), che da anni lotta per contrastare il pericoloso trend, assieme ad altre autorità regolatorie e le maggiori società scientifiche italiane, tra cui Società Italiana di Farmacologia (Sif) e Società Italiana di Tossicologia (Sitox).

Difficile quantificare precisamente il giro d’affari attorno a questo mercato criminale, perché molti dei canali sono sconosciuti, ma la parte emersa indica che vale nell’ordine dei miliardi di dollari.

I prodotti contraffatti, sempre più, usano il Web come veicolo per essere pubblicizzati e venduti: questo oltre a rendere ancora più difficile la tracciabilità spinge il consumatore a ricorrervi con maggior coraggio, nascosto dietro l’anonimato e comodo da casa propria.

Lunedì 19 settembre, a partire dalle 09.30, al Campus di Rimini (Università di Bologna), in Via Angherà 22 si apre il Convegno che avrà come scopi quello di comunicare le dimensioni del fenomeno, in aumento, i rischi e la necessità stringere un patto nazionale per fare muro affinché il nostro Paese, che sino ad ora ha tenuto sostanzialmente fuori confini questi crimini, non diventi anch’esso zona di ‘spaccio’ di farmaci contraffatti.

Saranno presenti, come garanti dell’impegno in questa lotta, le maggiori autorità locali e nazionali: rappresentanti dell’Università di Bologna, dell’Università di Milano, i presidenti di Uni.Rimini e Rimini Fiera Leonardo Cagnoli e Lorenzo Cagnoni, Ordine dei medici e Ordine dei Farmacisti di Rimini, Federfarma, Aifa, Farmindustria, Centro Antiveleni di Pavia, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia e per il Comune di Rimini l’assessore alla Sicurezza e Legalità, Igiene Pubblica, Lavori Pubblici e Attività Economiche Jamil Sadegholvaad. Con specialisti e autorità anche il Generale Claudio Vincelli, Comandante dei Carabinieri per la Tutela della Salute, Roma.

I responsabili scientifici del Convegno, Patrizia Hrelia – presidente Sitox e ordinario di Tossicologia all’Università di Bologna – e Giorgio Cantelli Forti – presidente Sif e Professore Emerito dell’Università di Bologna – danno intanto i contorni del quadro criminale di cui ci si occuperà durante questa giornata.

La contraffazione farmaceutica – spiegano – è un fenomeno che ha geolocalizzazione specifica. In Africa, parte dell’Asia e parte dell’America Latina più del 30% dei medicinali in vendita è contraffatto. La contraffazione è diversa a seconda delle esigenze e delle mancanze. Proprio nei Paesi in via di sviluppo o molto poveri, la richiesta al mercato illecito riguarda soprattutto medicinali salvavita come antibiotici, antimalarici, antitubercolari, antiretrovirali.

Nei Paesi industrializzati, invece, come in Europa, la richiesta riguarda medicinali costosi – come per esempio molti antitumorali – ed altri che migliorano la qualità della vita, come prodotti contro le disfunzioni erettili, steroidi, anoressizzanti e anche psicofarmaci.

Nel farmaco contraffatto il principio attivo può essere assente o sottodosato e il farmaco è allora inefficace. Se il principio attivo è sopradosato può invece causare tossicità.

Altresì il farmaco contraffatto può contenere principi attivi diversi da quelli dichiarati, esponendo a possibili pericolose interazioni. I principi attivi possono, ancora, essere di scarsa qualità o purificati male e allora, nuovamente, siamo esposti a tossicità.

Qualunque sia il metodo contraffattivo il risultato è doppiamente nocivo: l’intossicazione o la sottrazione di terapia da una parte causano danno al paziente, dall’altra questo danno è doppio se consideriamo il carico della gestione delle conseguenze, sia in termini di clinici sia in termini di spesa sanitaria.

 

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