La Regione Emilia-Romagna preoccupata per la prossima stagione turistica e per la produzione agricola. Come riporta Repubblica l’assessore sviluppo economico Vincenzo Colla denuncia senza mezzi termine l’insufficienza delle quote di lavoratori stagionali per turismo ed agricoltura destinati alla nostra regione.
La ripartizione effettuata dal governo assegna, su 42.805 stagionali destinati in tutto il Paese al lavoro turistico e a quello nei campi, appena 2.094 lavoratori all’Emilia-Romagna, di cui 502 per il lavoro stagionale, 55 per il lavoro stagionale pluriennale e altri 1.537 riservati alle organizzazioni professionali di imprese, quindi Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative.
Per questo, lette le tabelle, l’assessore ha immediatamente protestato con la ministra al Lavoro Marina Elvira Calderone e presto invierà una lettera ufficiale che verrà firmata anche dai colleghi Corsini per il turismo e Mammi per l’agricoltura. “È un problema serio, il fabbisogno delle imprese è molto più alto – sottolinea Colla – Questo modello di gestione dell’immigrazione regolare non regge, non ha più senso”. Meglio sarebbe, secondo l’assessore, fare un censimento dettagliato delle richieste degli imprenditori e basare su quello la scrittura dei decreti flussi. Evitando così anche le forti differenze tra le diverse regioni. La Campania, per esempio, ha riconosciuti più di 18mila ingressi stagionali, la Puglia 3.500, il Veneto quasi 4.800.
Con questa politica vi è un altro rischio dice l’assessore Colla, “quello che i lavoratori che mancano vengano arruolati in nero e una volta terminato il loro impiego restino sul territorio irregolari e disperati, perché non hanno nemmeno diritto alla disoccupazione o ai sussidi”.